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Sinner vince, ma non è contento: “Non sono dove vorrei”

Non si è piaciuto. Non è stato quel Sinner scintillante che aveva infiammato Melbourne a gennaio, né l’uomo di ghiaccio capace di dominare gli avversari e di togliere loro ogni speranza. Ma è passato. Ha vinto. E questo, a conti fatti, è ciò che più conta. Jannik batte De Jong in due set (6-4 6-4), ma a fine match si trattiene sul Centrale con i coach, palleggia con Vagnozzi, riprova i colpi che hanno funzionato a intermittenza.

È il segno distintivo del suo essere: pretende il massimo da se stesso, anche quando vince. Contro l’olandese De Jong Sinner parte bene, vola sul 4-1 con due break, sperimenta colpi, varia la seconda di servizio. Poi, d’improvviso, si spegne.

Rientra De Jong, lo aiuta anche con un game da incubo, ma la sensazione è che il vero avversario di Jannik sia oggi lui stesso. Troppe pause, troppi errori gratuiti (16 in tutto), una prima di servizio che gli dà una resa in termini di punti del 64%. Numeri lontani dagli standard del miglior Sinner. (continuo dopo la foto)

“Mi sento bene, ma ho avuto un calo di tre-quattro game”, ha ammesso. “Un po’ di mancanza di attenzione, forse la superficie, forse le poche partite… non lo so”. Nel secondo set, sull’1-3, l’olandese scivola a rete e batte il polso. Jannik non solo si ferma, ma lo aiuta a rialzarsi, e con il suo asciugamano gli pulisce la racchetta dalla terra rossa. Un gesto da signore, sottolineato dagli applausi del pubblico romano.

Un pubblico che, per la verità, è apparso ammutolito da certi passaggi della sua prestazione. Non siamo abituati a vedere Jannik in difficoltà, la gente vorrebbe ammirarlo sempre al massimo, ha negli occhi il Sinner dominante di qualche mese fa. Ma bisogna avere pazienza. E deve averne anche lui.

In tribuna, intanto, a fare il tifo c’è mezza Inter: Barella, Bastoni e Correa sono lì per lui, come se il Foro fosse la Scala del tennis. Oggi, martedì 13 maggio, diretta su Rai 1 alle 15, sarà sfida a Francisco Cerundolo, numero 18 del mondo, il più dotato dei fratelli di Buenos Aires. È un 2-2 nei precedenti, ma l’ultimo sorriso è dell’argentino: Roma 2023, proprio agli ottavi, stesso turno, stesso campo. (continua dopo la foto)

Non sarà un match facile e Jannik lo sa: “Lui ha fatto semifinale a Monaco e Madrid, gioca un tennis solido, sulla terra è forte. Sarà un match fisico, con scambi lunghi. Devo servire meglio, stare sempre lì mentalmente. Non sono dove vorrei, ma ho imparato la lezione”.

È un Sinner in costruzione, onesto e severo con se stesso. Ma è tornato. Dopo tre mesi di stop, è di nuovo in corsa. E anche se il tennis non è ancora quello dei giorni migliori, l’etica del lavoro resta la sua firma inconfondibile. Roma può essere lo snodo. Il Roland Garros all’orizzonte, la fame intatta. La lezione è stata recepita. Ora, serve il passo avanti.

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