
Samuele Ricci è un prospetto interessante per il futuro della Nazionale italiana, in cerca di nuovi centrocampisti per riformare il movimento. Intanto il Milan si gode il nuovo acquisto, ex capitano del Torino, che avrà la possibilità di imparare velocemente dal maestro Luka Modric.
I primi passi di Ricci
Ricci muove i primi passi concreti verso il calcio professionistico a Empoli: entra nel vivaio da bambino e ci resta per dieci anni, completando un percorso graduale e rigoroso. L’Empoli, da sempre bottega raffinata di centrocampisti, lo fa debuttare in Serie B a 18 anni. Fin da subito si fa notare non tanto per le giocate spettacolari, quanto per il modo in cui tiene il campo: ordinato, lucido, a tratti sorprendentemente maturo per la sua età.
La stagione della consacrazione in cadetteria arriva nel 2020-2021, quando diventa uno dei cardini del centrocampo toscano e contribuisce alla promozione in Serie A. Ma al di là dei numeri, ciò che colpisce è la sua costante capacità di mantenere lucidità anche nelle fasi più complesse della partita. È un giocatore che non si nasconde, che chiede il pallone, lo gestisce, lo smista. Non ha la sfrontatezza dei predestinati, ma una consapevolezza calma che col tempo risulterà il suo tratto distintivo.
L’esordio in Serie A avviene il 21 agosto 2021, giorno del suo ventesimo compleanno, e poche settimane più tardi è pronto anche il suo primo gol in massima serie, contro il Bologna. Da questo momento comincia un lento ma costante processo di maturazione: Ricci non corre, ma cresce esponenzialmente in consapevolezza e affidabilità.
Nel gennaio 2022, Torino diventa la sua nuova casa. Una scelta che all’apparenza può sembrare di transizione, ma che si rivela decisiva. In granata trova un contesto tattico più esigente, un allenatore come Ivan Jurić che chiede ai suoi centrocampisti intensità, responsabilità, presenza fisica e mentale per 90 minuti. Dopo una fase iniziale di ambientamento, Ricci diventa un titolare stabile e, progressivamente, un riferimento tecnico. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Il salto di qualità nel Torino
La vera svolta arriva nella stagione successiva, quando prende in mano le redini del centrocampo granata e inizia a mostrare una varietà di soluzioni sempre più ampia: gioca da mediano, da mezzala, talvolta anche da playmaker avanzato. Arriva anche la fascia di capitano, un segnale forte: a 23 anni viene riconosciuto non solo come uno dei migliori elementi della rosa, ma anche come figura centrale nello spogliatoio. Dopo 106 presenze e 4 reti, Ricci sceglie di lasciare Torino per provare una nuova avventura a Milano, sperando di fare il salto di qualità che lo può far diventare un top player.
Dopo aver giocato con le Under‑17, Under‑19 e Under‑21 (ha anche partecipato a due Europei U21), debutta in Nazionale maggiore il 4 giugno 2022 contro la Germania in Nations League e totalizza fino ad oggi circa 10 presenze. La chiamata della Nazionale maggiore è una conseguenza naturale. Il suo debutto contro la Germania lo mette davanti a un pubblico internazionale. È questo approccio che lo fa notare anche da club più ambiziosi. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Le caratteristiche tecniche e tattiche
È destro naturale, capace di giocare sia da regista davanti alla difesa (il cosiddetto “mediano a tre”) sia da mezzala, con evoluzioni offensive. In un’epoca che ha divorato in fretta i modelli tradizionali del centrocampo, Ricci è un interprete moderno: ibrido, flessibile, capace di adattarsi a più moduli senza perdere identità.
Gioca sempre a testa alta, sa quando accelerare e quando rallentare, ha un’ottima sensibilità nel tocco e un buon primo controllo. Non è un giocatore che vive per le statistiche: difficilmente segna, ma è determinante nei pre-assist, nella costruzione, nei movimenti che aprono spazi agli altri.
In fase difensiva non è aggressivo in senso stretto, ma compensa con letture corrette e una capacità di pressing intelligente. Nel Milan attuale, Ricci arriva come tassello fondamentale in un centrocampo in ricostruzione. Il suo profilo si integra perfettamente con l’idea di un gioco ragionato ma verticale. Il fatto che possa giocare davanti alla difesa o da mezzala lo rende prezioso per un allenatore come Allegri, che predilige giocatori duttili e intelligenti, in grado di adattarsi anche a partita in corso. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Curiosità fuori dal campo
È legato alla famiglia in modo profondo: indossa il numero 28 in onore della sorella, nata lo stesso giorno, un gesto che racconta più di molte interviste. Studia Economia Aziendale, coltiva la passione per la chitarra, ama il cinema e la moda, e dedica parte delle sue estati a viaggi in Africa: è già stato in Namibia, Kenya, Madagascar e Uganda, segno di una curiosità e apertura verso il mondo, autentica e lontana dalle logiche televisive del calcio moderno.
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