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“Reazione a Catena”, censurati gli Argonauti: scoppia la polemica sui social

Due squadre composte da tre giocatori si sfidano in una serie di performance nelle quali devono mettere alla prova la conoscenza l’uno dell’altro e aggiudicarsi il montepremi accumulato risolvendo la reazione a catena finale. Sono queste le caratteristiche alla base del noto game show di Rai 1 condotto da Marco Liorni. Da qualche giorno, il trio composto da Ornella, Maurizio e Marco sono i nuovi campioni di Reazione a Catena, dopo che hanno strappato il titolo di campioni ai Ciao Nonni. Nel corso di una gara per indovinare la parola giusta, la regia ha censurato uno dei tre concorrenti e questo gesto non è passato inosservato, scatenando la reazione del popolo del web. (Continua a leggere dopo la foto)

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Reazione a Catena censura gli Argonauti: caos sui social

Il pubblico di Rai 1 ha notato durante l’ultima puntata di Reazione a Catena un caso di censura nei confronti del signor Maurizio, uno dei tre concorrenti della squadra dei campioni chiamata gli Argonauti. Gli è stata infatti bippata dalla regia la parola “nana”, pronunciata per rispondere agli indizi dei suoi due compagni di squadra, Marco e Ornella, con questa sequenza: “E”, “Donna”, “Piccolina”. La risposta giusta era “bambina” e non evidentemente “nana”. Sui social in molti hanno sorriso per questa eccessiva censura della regia: “Ma non è mica una parolaccia”, protesta una telespettatrice su X. E ancora. “Io sono rimasta a bocca aperta per diversi minuti. Non volevo crederci che l’avessero fatto davvero”, “Stanno esagerando”. (Continua a leggere dopo la foto)

Qualche curiosità sul nome della sqaudra

Gli Argonauti furono un mitologico gruppo di circa 50 eroi che, sotto la guida di Giasone, diede vita a una delle più note e affascinanti narrazioni della mitologia greca: l’avventuroso viaggio a bordo della nave Argo, che li condurrà nelle ostili terre della Colchide alla riconquista del vello d’oro. Gli eroi erano accorsi alla chiamata degli araldi inviati in tutta la Grecia per organizzare la spedizione che Pelia, re di Iolco, aveva imposto a Giasone, figlio di suo fratello Esone. Pelia, infatti, era diventato re di Iolco dopo avere usurpato il trono a suo fratello Esone, legittimo erede al trono, da lui fatto imprigionare insieme al resto della famiglia. Giasone accettò l’insidiosa richiesta alla sola condizione che, in caso di successo, Pelia avrebbe liberato i suoi cari.