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Juventus, cosa dicono i numeri: chi vince il “confronto” fra Thiago Motta e Tudor

La stagione della Juventus è ancora in bilico. A pochi turni dalla fine, la squadra si trova a inseguire l’obiettivo della qualificazione alla Champions League, traguardo che appare vicino ma non ancora al sicuro. La lotta per il quarto posto non è mai stata così tesa, e per la società si tratta di una questione vitale per il futuro.

Per questo mesi fa la dirigenza ha deciso di licenziare un Thiago Motta ormai sfiduciato dai suoi stessi giocatori e dall’ambiente, per prendere al suo posto un “sergente di ferro” che fosse in grado di dare una scossa ai giocatori e di restituire un po’ di entusiasmo al pubblico. Ed è stato scelto Igor Tudor. Ora qualcuno si chiede se la mossa sia stata vincente, ma la risposta è duplice.

Sì, perché se da una parte Tudor ha certamente riportato disciplina e un po’ di attaccamento alla maglia, dall’altro non ha avuto certo il tempo di recuperare tutti gli uomini che per lui sarebbero stati fondamentali in questo finale di stagione. C’è riuscito con Yildiz, non con Vlahovic e Koopmeiners, questi ultimi anche a causa degli infortuni.

Allora, chi ha fatto meglio fra Tudor e Motta? Il confronto è abbastanza impietoso per la Juventus e forse, per qualcuno, sorprendente anche per quanto riguarda gli allenatori: sì, perché alla fine il risultato è praticamente uguale. 1,83 punti di media per Tudor contro 1,80 per Motta. Insomma, nonostante i miglioramenti ambientali, dal punto di vista dei risultati non sembra essere cambiato granché. (continua dopo la foto)

Quel piccolo scarto, appena 0,03, dice molto. In pratica, che le due esperienze sono finora simili, tanto che il croato si trova a fare i conti con una realtà che non ha regalato scossoni significativi. Certo le basi di partenza sono completamente diverse, perché Motta ha avuto tempo e uomini a disposizione, mentre Tudor ha dovuto arrangiarsi arrivando in una situazione disperata.

Il problema, però, è che nemmeno l’approccio pragmatico di Tudor è servito a modificare più di tanto le cose, e non per colpa sua. Anzi, Il croato ha ottenuto pareggi esterni con Roma e Bologna mentre Motta aveva appena perso due partite disastrose con Atalanta e Fiorentina (0-4 e 3-0 rispettivamente in casa e fuori casa).

Le statistiche però non aiutano Tudor da un punto di vista più ampio: il suo andamento in campionato, se proiettato su tutta la stagione, porterebbe la Juve a un totale di 69,5 punti, un margine insufficiente per assicurarsi un posto tra le prime quattro.

Tudor, non è (mai) una questione di gratitudine

Se ci basiamo solo sui numeri, l’era Tudor e quella Motta sono simili. Ma, l’ex allenatore del Bologna partiva con una visione più ampia, con l’idea di un progetto su più anni, mentre Tudor è stato chiamato con il solo obiettivo di salvare la stagione. Per il croato, la sfida non è tanto cambiare il volto della squadra, quanto ottenere il massimo con le risorse limitate che ha a disposizione.

Se il quarto posto dovesse sfuggire, Tudor quasi sicuramente non verrebbe confermato. Il suo lavoro ha portato qualche scintilla, non il ribaltone che in società speravano. E questo confronto di media punti fra gli allenatori non serve tanto a stabilire chi è stato il migliore. I percorsi sono stati troppo diversi e il paragone è improponibile. Ma serve per prendere una decisione senza troppe remore.

La media punti di Tudor, purtroppo per lui, con ogni probabilità spingerà la dirigenza a cercare un altro Mister per l’anno prossimo (in molti sognano il ritorno di Conte). Igor il traghettatore, quindi, resterà con il cerino in mano, nonostante il duro lavoro svolto e l’attaccamento alla maglia dimostrato. Ma, si sa, il mondo del calcio non è un luogo in cui abbonda la riconoscenza.

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