
Inter, la telenovela estiva su Hakan Calhanoglu sembrava destinata a concludersi con una cessione clamorosa in patria, con l’interesse di Galatasaray e Fenerbahce. E invece, dopo settimane di silenzi e voci insistenti, il regista turco ha messo la parola fine alla vicenda: resta all’Inter e rilancia, pronto a un’altra trasformazione tattica, stavolta sotto la guida di Chivu.
#Chivu osserva da vicino i recuperi di #Calhanoglu e #Pavard 👀⚫️🔵#Inter pic.twitter.com/XNWBI0pqiw
— Ricky D'Anna (@RiccardoDanna1) July 24, 2025
“Sono un giocatore dell’Inter e voglio continuare qui”, ha detto il turco davanti ai cancelli di Appiano, mettendo fine al tormentone. Dopo settimane di dubbi e tensioni, Calhanoglu è tornato carico: “Ho fatto preparazione anche in vacanza, sono nelle migliori condizioni. Ogni anno escono voci di mercato, ma volevo che fossero i fatti a parlare. Il rinnovo? Vediamo, io voglio vincere ancora con questa maglia”.
Ed è proprio con questa mentalità che Calhanoglu si rimette in gioco. Chivu studia un’Inter più offensiva, e tra le ipotesi c’è quella di avanzare Hakan sulla trequarti, alle spalle della ThuLa o all’interno di un doppio trequartista.
Un ruolo che il turco conosce bene: l’ha ricoperto al Milan e al Leverkusen, dove sapeva coniugare qualità e sacrificio. Perché Calhanoglu non è solo un fantasista: sa difendere, accorciare, farsi trovare tra le linee, attaccare lo spazio e calciare con precisione.
Inter, Chivu pensa a un cambio di modulo
La nuova Inter 2025-26 che Chivu sta disegnando è destinata a mutare pelle, proprio a partire dalla mediana. Il classico trio con Calhanoglu play basso potrebbe lasciare spazio a moduli più fluidi, con Hakan avanzato e compagni come Barella, Frattesi, Mkhitaryan e il nuovo arrivato Sucic chiamati a interpretare più ruoli. Tutti dovranno adattarsi, cambiare, evolversi.
Barella potrà essere leader in una mediana a due. Frattesi e Mkhitaryan dovranno muoversi tra l’interno e la trequarti. Sucic, giovane talento croato, potrà essere una delle sorprese della stagione.
Ma il perno resta Calhanoglu, che potrebbe perdere la posizione da metronomo davanti alla difesa, ma non certo la leadership. E nemmeno il suo ruolo di specialista dal dischetto, che resterà intatto a prescindere da ogni possibile rivoluzione tattica.
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