L’analisi della criminologa Anna Vagli
Mark Samson, secondo l’analisi della criminologa Anna Vagli, presenta tratti psicologici evidenti di un individuo narcisista e manipolatore. Le sue dichiarazioni dopo l’arresto, in particolare quella in cui afferma di essere “pronto a combattere per riavere Ilaria”, rivelano una concezione possessiva e distorta del rapporto. La scelta del verbo “combattere” sottolinea un’idea di conquista, piuttosto che un’accettazione del libero arbitrio dell’altro. Questo tipo di linguaggio tradisce una visione della relazione come una sfida da vincere, anziché un legame fondato sul rispetto reciproco.
Un elemento significativo, secondo la criminologa, riguarda anche la vergogna che Samson provava rispetto ai suoi voti universitari. Il rifiuto di mostrarli a Ilaria non era un semplice gesto di riservatezza, ma il sintomo di una profonda insicurezza. Esporre i risultati accademici avrebbe significato incrinare l’immagine idealizzata che aveva costruito di sé stesso. Quando Ilaria lo ha messo davanti a un ultimatum – mostrare i voti o rompere – ciò ha toccato un nodo irrisolto legato alla sua autostima e alla fragilità della sua identità. (Continua…)

Perchè l’avrebbe uccisa
Il delitto, secondo la ricostruzione, è avvenuto in seguito a una reazione violenta e improvvisa da parte di Samson, dopo aver visto un messaggio su Tinder arrivato a Ilaria. Per la criminologa, però, non si tratta solo di un impulso momentaneo. L’iscrizione della ragazza alla piattaforma di incontri e la sua crescente autonomia sono stati percepiti da Samson come un tradimento personale. In realtà, Ilaria stava cercando di recuperare spazi di libertà individuale. Ma nella mente del suo ex, ogni gesto di indipendenza si trasformava in un attacco al proprio ego.
La figura di Samson emerge come quella di un “narcisista fragile”, secondo la definizione della criminologa. È un profilo che unisce freddezza apparente e insicurezze profonde, incapace di accettare l’abbandono e incline a trasformare la crisi del sé in violenza. Il desiderio di controllo sulla partner e la difficoltà ad accettare la fine della relazione si sono fuse in un gesto estremo e tragico, che ha messo fine alla vita di una giovane donna che chiedeva soltanto il diritto di scegliere liberamente il proprio cammino.
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