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Barbara D’Urso devastata per la morte del collega: il dolore della conduttrice

Non è un periodo facile per Barbara D’Urso. La storica conduttrice di Canale 5 è stata costretta, almeno secondo la sua versione dei fatti, a dover dire addio al suo programma Pomeriggio 5. Quale sarà il futuro di Barbarella per la prossima stagione televisiva? Una risposta certa a questa domanda ancora non si conosce, per ora si sa solo che il suo contratto con Mediaset scadrà a dicembre, poi il futuro è tutto da costruire. Nel frattempo l’amata conduttrice italiana ha dovuto affrontare anche un lutto inaspettato. Barbara D’Urso è rimasta sconvolta per la morte del suo collega Purgatori: ecco le sue parole. (Continua a leggere dopo la foto)

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Barbara D’Urso devastata per la morte del collega Purgatori

A piangere la morte di Andrea Purgatori anche Barbara d’Urso. “È stato un professionista rigorosissimo e serio”, ha scritto sui social la conduttrice. La D’Urso parla infatti di “una enorme perdita per il giornalismo italiano”. Il giornalista è morto a 70 anni a causa di una malattia fulminante. A darne la notizia i figli Edoardo, Ludovico e Victoria. Tra i suoi più grandi impegni la ricerca della verità sulla strage di Ustica. Per ricordarlo nel migliore dei modi, La7 ha deciso di rimandare in onda “Roma Criminale” e “1993 – 2023 dietro le stragi di mafia (talpe, complici e vuoti a perdere). Si tratta delle due puntate di Atlantide che Purgatori ha condotto. Il primo appuntamento alle 14.15, è un viaggio nei misteri della Banda della Magliana e nella notte di Roma che da sempre li custodisce. Il secondo alle 21.15, nel giorno della strage di via D’Amelio: Purgatori ricostruisce con un lungo racconto la strategia eversiva di Cosa Nostra perseguita da Matteo Messina Denaro e dai fratelli Graviano. (Continua a leggere dopo la foto)

Chi era il famoso giornalista

Andrea Purgatori è stato un giornalista, sceneggiatore, saggista e attore italiano. Giornalista professionista dal 1974, ha conseguito il Master of Science in Journalism della Columbia University a New York nel 1980. Inviato del Corriere della Sera dal 1976 al 2000, è noto per le inchieste e i reportage su casi scottanti del terrorismo internazionale e italiano negli “anni di piombo” e sullo stragismo, come il caso Moro e la strage di Ustica. Ha raccontato numerosi delitti di mafia dal 1982, fino alla cattura di Totò Riina. Ha realizzato reportage su molti conflitti, come la guerra in Libano del 1982, la guerra tra Iran e Iraq degli anni ottanta, la guerra del Golfo del 1991, l’Intifada e le rivolte in Tunisia e Algeria. Ha scritto anche per l’Unità, Vanity Fair, The Huffington Post e Le Monde diplomatique. Da ultimo ha collaborato con il Corriere della Sera e Style Magazine.

È stato autore e conduttore di Uno di notte (Rai 1, 1999). Ha realizzato servizi televisivi per Dossier, Spazio Sette, Focus (Rai 2 1978/1988); in video ha condotto anche Confini (Rai 3, 1996). Ha scritto molte fiction per la Tv. Per il cinema ha scritto tra l’altro Il muro di gomma (1991) dedicato alla sua inchiesta sulla strage di Ustica, Il giudice ragazzino (1994), L’industriale (2011). È apparso come attore in più episodi della serie televisiva Boris, nei film di Carlo Verdone Posti in piedi in paradiso (2012) e L’abbiamo fatta grossa (2016) e nei film di Alessandro Aronadio Due vite per caso (2010) e Orecchie (2016) e nella serie televisiva 1993 (2017) . Nell’autunno del 2022 è stato protagonista della docu-serie Netflix Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi. Per quanto rigurada la sua vita privata, si è sposato nel 1992 in Svizzera, con Nicole, una storica dell’arte di origine tedesca da cui si è poi separato. Ha tre figli: Edoardo, Ludovico e Vittoria.