Giovanni Simeone è un centravanti argentino con una carriera quasi decennale nel campionato italiano. Centravanti gregario del Napoli, fornisce sempre il suo prezioso contributo quando viene chiamato in causa. Nonostante i suoi 180 cm di altezza non lo rendano un attaccante di struttura che può imporsi fisicamente, Simeone ha nello stacco di testa una delle sue migliori caratteristiche. Sottoporta è un centravanti che mantiene una discreta freddezza e può sfruttare anche una buona velocità nelle ripartenze. Andiamo alla scoperta della storia e della carriera di Giovanni Simeone: un argentino a Napoli. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Gli inizi della carriera
Giovanni Pablo Simeone Baldini nasce il 5 luglio 1995 a Buenos Aires. E’ il figlio primogenito di Diego Simeone, allenatore dell’Atletico Madrid ed ex calciatore di livello internazionale, e della modella Carolina Baldini. Il suo soprannome è El Cholito, diminutivo del soprannome del padre El Cholo. Anche i suoi due fratelli, Gianluca e Giuliano, hanno iniziato la carriera di calciatori. Entra nel settore giovanile del River Plate all’età di 13 anni e riesce a conquistare un posto in prima squadra, dove segna anche due reti. Nel 2015 passa al Banfield, dove segna dodici gol alla prima stagione da titolare.
Gli inizi di carriera non sono semplici per Simeone, che vuole scrollarsi di dosso l’etichetta del raccomandato: “Ho lottato quando ero più giovane perché ero considerato il figlio di Simeone. Sono una persona che vive per il calcio, come molti altri giocatori, e volevo solo mostrarlo al mondo perché sapevo quanto valeva. Avevo solo bisogno di dimostrarlo in campo. Fin da bambino ho sempre avuto a che fare con il calcio. Da allora niente mi ha più convinto. Da bambino giocavo un po’ a tennis ma no, è sempre stato calcio. Quando ero più giovane mi hanno regalato un pallone da calcio e giocavo in casa, cosa che a mio fratello non piaceva! Mia nonna si arrabbiava perché giocavo in casa e segnavo il pavimento“.
L’arrivo in Italia
Nell’estate del 2016 El Cholito compie il grande salto e vola in Europa, trasferendosi al Genoa per 3 milioni di euro. Realizza il suo primo gol contro il Pescara, una settimana dopo l’esordio. Alla fine Simeone si rivela una delle sorprese del campionato ed è protagonista nella salvezza conquistata dal Grifone. Dopo solamente una stagione la Fiorentina decide di acquistarlo per 18 milioni di euro, un investimento importante per il club che viene subito ripagato dall’attaccante argentino. Nell’annata di debutto infatti colleziona ben 14 gol e sigla anche la sua prima tripletta nel campionato, contro il Napoli, in una partita che costa lo Scudetto ai partenopei. Non riesce però a ripetersi nella seconda stagione, in cui totalizza solamente 6 gol in un campionato in cui la Fiorentina conquista la salvezza soltanto all’ultima giornata.
Così dopo due stagioni trascorse a Firenze, Simeone viene ceduto al Cagliari con la formula del prestito con obbligo di riscatto fissato a 16 milioni di euro. L’avvio non è dei migliori, ma al rientro dal lockdown mette in campo una serie di prestazioni positive che gli fanno raggiungere quota 12 reti complessive. La seconda annata è però ancora una volta deludente e la conclude con appena 6 gol all’attivo. Nell’estate del 2021 passa al Verona in prestito con diritto di riscatto. Il 24 ottobre realizza il primo poker della sua carriera, segnando quattro reti contro la Lazio. E’ la sua migliore stagione in Italia e la conclude con 17 reti segnate e 6 assist forniti in 35 presenze: il secondo giocatore ad aver realizzato più di 15 gol in una stagione di Serie A con i gialloblù dopo Luca Toni. Al termine del campionato il Verona lo acquista dal Cagliari per 10,5 milioni di euro.
Il Napoli
Dopo essere stato riscattato dal Verona, la stessa estate Simeone si trasferisce al Napoli in prestito per 3,5 milioni di euro con diritto di riscatto fissato a 12 milioni. Nel suo debutto assoluto in Champions League, contro il Liverpool, segna la sua prima rete con la maglia azzurra. Sigla ancora una serie di reti decisive tra campionato e coppe e diventa anche il secondo giocatore argentino, dopo suo padre, a segnare quattro gol nelle prime quattro presenze nella massima competizione europea.
La prima stagione con la maglia partenopea termina con la vittoria del primo scudetto della sua carriera, nonché il terzo della storia del club. Gli azzurri riscattano quindi il giocatore, che firma un contratto fino al 2026 con opzione per il 2027. Oggi Simeone riveste un ruolo importante all’interno della rosa allenata da Antonio Conte. Nonostante sia indietro nelle gerarchie rispetto a Lukaku, riesce a mantenere un minutaggio considerevole.
Il rapporto con papà Diego
Attraverso una lunga e interessante intervista rilasciata alla Repubblica, Simeone ha parlato del rapporto con splendido con i genitori: “Chi sono diventato nella vita lo devo soprattutto ai miei genitori. Mio papà, il Cholo, mi ha insegnato che davanti alle difficoltà non si molla mai. Da mia madre ho imparato invece l’importanza della meditazione, a cui dedico del tempo ogni giorno. Mi rende più forte“.
Sull’eredità lasciata dal padre e la possibilità di essere visto dagli altri come un raccomandato, Giovanni rivela come ormai abbia la sua identità e, dopo dieci anni di carriera da professionista, è felice di essere soprannominato il Cholito, anche se non è stato facile uscire dall’ombra di un papà campione. Soprattutto all’inizio si sentiva sempre sotto esame, molto più dei suoi coetanei. Poi però lo ha accettato ed è andato avanti senza altri condizionamenti, nel bene e nel male. Alla Fiorentina con il compagno Chiesa si sono confrontati con le rispettive esperienze, abbastanza simili. Oggi ha fatto pace con l’etichetta di figlio d’arte.
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