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Arbitri e Var, altro disastro: non c’era il rigore per il Napoli, l’Aia boccia e sospende Mariani e il guardalinee

Un episodio controverso ha segnato Napoli-Inter: il rigore fischiato per un presunto contatto Mkhytarian-Di Lorenzo, ritenuto poi errato dai vertici arbitrali, ha indirizzato la partita, anche se nella ripresa la squadra di Antonio Conte ha meritato il successo mentre l’Inter è calata dopo un buon primo tempo. Resta però che il rigore ha indirizzato la partita su binari tattici graditi all’allenatore partenopeo, mentre ha costretto l’Inter a scoprirsi.

Secondo l’AIA, l’arbitro Mariani e l’assistente Bindoni hanno commesso un doppio errore: il primo per aver assegnato un penalty inesistente, il secondo per averlo suggerito con troppa leggerezza. L’episodio è avvenuto al 42’ del primo tempo, quando Di Lorenzo e Mkhytarian sono venuti in contatto in area. Un contatto lieve, evidentemente cercato dal difensore napoletano che ha allargato la gamba in modo innaturale, che non giustificava la concessione del tiro dal dischetto. (continua dopo la foto)

Il check del Var non ha corretto la decisione, e qui ci sono tante nuove domande sull’operato degli “uomini di Lissone”: perché non intervenire perlomeno per suggerire all’arbitro – che sul campo non aveva ritenuto di fischiare il rigore – di rivedere il contatto al video?

Mariani di conseguenza ha aspettato la fine della revisione e ha confermato la scelta iniziale, rendendosi di fatto il meno responsabile del gruppo, ma comunque protagonista di un errore pesante. I vertici dell’AIA, dopo il match, hanno deciso di fermare temporaneamente entrambi: un po’ di panchina per Mariani e soprattutto per Bindoni, reduci dal ritorno dal Mondiale Under 20 in Cile, dove avevano diretto la finale.

Nel prossimo turno di campionato si profila dunque un turnover più che uno stop punitivo: potrebbero rivedersi in campo Abisso e Marinelli, protagonisti di Milan-Fiorentina, gara in cui un contatto Parisi-Gimenez aveva fatto discutere. In Milan-Pisa, invece, nessuna irregolarità rilevante, anche se il primo gol dei rossoneri è apparso piuttosto intricato nella dinamica.

C’è un altro risvolto della sfida di Napoli: dopo la partita, Marotta con toni come sempre piuttosto pacati si era lamentato del rigore assegnato al Napoli. Antonio Conte ha risposto piccato che il Presidente dell’Inter non dovrebbe occuparsi di questioni di campo. Una dichiarazione che però è in forte contraddizione con altre dichiarazioni fatte dall’allenatore slentino in passato. (continua dopo la foto)

La domanda che si pone oggi la Gazzetta dello Sport è questa: Conte vuole o non vuole l’intervento dei dirigenti dopo le partite per difendere o attaccare le decisioni arbitrali? Ieri, nel post-gara, il tecnico ha espresso fastidio per le dichiarazioni di Marotta. Ma il suo passato dice altro.

Arbitri e Var, Conte e Marotta: gli strascichi di Napoli-Inter

Durante il suo biennio a Milano, per esempio, Conte chiedeva spesso a gran voce che i dirigenti parlassero pubblicamente per difendere la squadra nei momenti difficili. Come nel famoso dopopartita di Borussia Dortmund-Inter del 2019, quando dopo la rimonta tedesca in Champions League, Conte esplose: “Non voglio alibi, ma non mi piace che ogni volta debba metterci la faccia io. Qualcuno della società dovrebbe parlare ogni tanto“.

Allora il tecnico lamentava la solitudine comunicativa, oggi invoca il contrario: silenzio e autonomia. Un cambiamento di linea che i tifosi nerazzurri non hanno mancato di notare, ricordando con un pizzico d’ironia il “Conte interista” di cinque anni fa, quello che voleva dirigenti in prima linea. Forse un’evoluzione strategica, forse solo la tattica di un allenatore in piena corsa scudetto.

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