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Juventus, quei retroscena su Tudor e sul mercato: la frase tagliente del Mister

La Juventus si trova in un momento delicato e il primo a percepirlo è proprio Igor Tudor. Durante l’ultima conferenza stampa, la frase lasciata cadere con apparente leggerezza – “Il Como è una finta piccola e i giocatori li ha scelti tutti l’allenatore, una bella cosa” – non era un complimento a Fabregas, ma un messaggio diretto alla dirigenza bianconera.

A meno di due mesi dalla chiusura del mercato estivo, le tensioni sono riemerse. Le dichiarazioni concilianti di agosto (“Ho fiducia nel club, che conosce il mio pensiero”) hanno lasciato spazio a un evidente malcontento, figlio di risultati altalenanti e di una campagna acquisti che Tudor non sente sua.

L’allenatore croato aveva chiesto chiarezza già in estate. Capite le risorse limitate, aveva chiesto a Damien Comolli di intervenire il meno possibile, puntando sul riscatto di Conceiçao e Kolo Muani e sull’arrivo di un centrocampista di spessore. (continua dopo la foto)

Se fosse rimasto Cristiano Giuntoli, l’ex dt avrebbe provato a portare a Torino Tonali e Osimhen, nomi approvati da Tudor. Invece è cambiato tutto: dopo la conquista del quarto posto, il tecnico ha persino pensato di dimettersi, ed è stato convinto a restare da Giuntoli in persona: l’ex Dt era volato fino a Spalato per parlargli e Tudor ci aveva ripensato.

Alla fine, Comolli ha investito oltre 100 milioni per portare in bianconero Conceiçao, Zhegrova, David, Openda e Joao Mario. Ma solo il primo era pienamente gradito al tecnico. Tudor avrebbe preferito Alberto Costa a Joao Mario, mentre su Zhegrova nutriva dubbi di tenuta fisica confermati poi da infortuni e scarsa forma attuale.

Gli attaccanti, David e Openda, Tudor li considera alternativi a Vlahovic, mentre il suo vero desiderio restava la conferma di Kolo Muani, più duttile e funzionale al suo gioco. Inoltre il mister bianconero aveva chiesto un esterno difensivo e un mediano dinamico, ma la società ha scelto di rimandare l’acquisto di un centrocampista importante.

Col passare delle settimane Tudor si è sentito poco ascoltato, e le sue scelte di formazione lo confermano: solo David ultimamente ha trovato spazio con continuità, dopo aver fatto panchina per diverse partite, mentre gli altri nuovi hanno visto poco il campo. Emblematico il caso di Openda, arrivato per 40 milioni e a oggi quasi un oggetto misterioso.

La sintonia con Comolli è ormai ridotta al minimo, e il vero punto di rottura è stato proprio la mancata conferma di Kolo Muani, della quale si è parlato per un’intera estate per poi vederlo finire in prestito al Tottenham l’ultimo giorno di mercato. (continua dopo la foto)

mancini

Non è la prima volta che Tudor vive una situazione simile: alla Lazio preferì dimettersi per divergenze di vedute, e anche stavolta, raccontano persone vicine al tecnico, il pensiero lo ha sfiorato. Non l’ha fatto “per amore della Juventus”, ma oggi si ritrova solo e in discussione.

Con la squadra chiamata ad affrontare le difficili trasferte con Real Madrid e Lazio, il toto-nomi è già partito. In cima alla lista c’è Roberto Mancini, sondato già a marzo per il dopo Motta e reduce dal rifiuto al Nottingham Forest perché, secondo molti, attende la Juventus. Seguono Spalletti, Palladino e De Rossi come outsider.

Il futuro di Tudor, intanto, probabilmente dipenderà proprio da quei giocatori che non ha scelto lui. Saranno loro, con le loro prestazioni, a determinare se il tecnico croato potrà restare in sella o se ulteriori passi falsi spingeranno la dirigenza a cambiare, dopo poche giornate, la guida tecnica.

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