
Aveva promesso di giocare per vincere il torneo, e finora Lorenzo Musetti non ha tradito le attese. Il numero 9 del mondo, approdato al Foro Italico con il vento in poppa e l’orgoglio di chi ha qualcosa da dimostrare, ha liquidato anche Brandon Nakashima, numero 29 del ranking ATP, con un convincente 6-4 6-3. Ora agli ottavi affronterà Medvedev, un campione in cerca di riscatto. Ma il Lorenzo visto sin qui a Roma fa paura. Agli altri.
150 VOLTE LORENZO MUSETTI! 🇮🇹
— Quindici Zero 🎾 (@quindicizero) May 11, 2025
L'azzurro supera Brandon Nakashima con una prestazione decisamente solida, conquistando la 150^ vittoria in carriera a livello ATP: diventa il 16° italiano a raggiungere questo traguardo nell'Era Open.
Grazie a questo successo il numero 9 del… pic.twitter.com/fEi7xi5brE
A 23 anni, Musetti sta trasformando le promesse in efficacia. Dopo la semifinale di Wimbledon e il bronzo olimpico nel 2024, questa stagione sul rosso lo ha consacrato: finale a Montecarlo, semifinale a Madrid e ora Roma, dove finora non è mai andato oltre gli ottavi. Ma stavolta l’aria è diversa. Stavolta, sembra esserci qualcosa in più.

Contro Nakashima, l’azzurro ha mostrato un mix perfetto di estetica e concretezza. Il quarto game del primo set è il manifesto del nuovo Musetti: freddo, lucido, cinico. Sul 15-30, un recupero spettacolare lo salva; poi due prime vincenti, una seconda solida, e il game è suo. Nessuna distrazione, nessun colpo “per bellezza”: ogni scelta ha uno scopo, ogni gesto ha un peso.
Musetti strappa il servizio all’avversario sull’1-1 con un diritto a uscire imprendibile. Tiene poi con sicurezza i propri turni di battuta, concedendo una sola palla break in tutto il primo set. Il 6-4 finale è il frutto di uno scambio continuo dove a prevalere è sempre lui, con colpi più profondi, più pesanti, più efficaci.
Nel secondo set, il copione non cambia. Dopo il 2-2, l’azzurro si prende il break con autorità, fa correre Nakashima da una parte all’altra e lo chiude col tergicristallo. Il servizio lo assiste: due prime vincenti e un pallonetto lo portano fuori da un potenziale momento critico. Sul 4-3 tiene a zero, e poi, senza nemmeno dover arrivare al servizio decisivo, fa ancora break e chiude con autorità sul 6-3.

Travolto dagli applausi del Centrale, Musetti si lascia andare: “È stata una delle prestazioni più solide dell’anno. Ho servito bene, il diritto mi ha permesso di comandare e avevo voglia di prendermi la rivincita dopo la sconfitta agli Us Open. Il pubblico? Il più bello del mondo”.
Sulla telecamera scrive: “Roma sei unica”. E come dargli torto? Il ragazzo che un tempo sembrava solo bello da vedere, oggi è anche efficace, concreto, determinato. Non è più solo talento, ma progetto che si realizza torneo dopo torneo. Con il sogno di salire ancora più in alto.
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