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Serie A, chi non prende gol vince: confronto fra le difese delle grandi, chi ne esce meglio

Serie A, negli ultimi vent’anni per 18 volte su 20 lo Scudetto è stato vinto dalla squadra che ha subìto meno gol. È una legge non scritta ma costante: gli attacchi fanno sognare, ma sono le difese a far alzare i trofei. Partendo da questo principio, la domanda è inevitabile: tra le prime cinque del campionato, chi può contare oggi sul reparto arretrato più solido?

Antonio Conte ha costruito gran parte della sua carriera su una organizzazione difensiva rigorosa. Dalla Juve della BBC al Napoli campione d’Italia, il suo credo è sempre stato lo stesso: si vince chiudendo bene dietro. Lo scorso anno i partenopei hanno concluso con la miglior difesa d’Europa, con soli 27 gol subiti. (continua dopo la foto)

In questa stagione, però, qualcosa si è incrinato: 6 gol subiti in 6 giornate, numeri lontani dagli standard del tecnico salentino. A pesare, il nuovo 4-1-4-1 studiato per far convivere i “Fab4” (De Bruyne, McTominay, Lobotka e Anguissa) e le assenze a intermittenza di Rrahmani e Buongiorno, colonne del reparto. Conte sa che, se riuscirà a bilanciare la nuova spinta offensiva con la vecchia compattezza, il Napoli sarà favorito per la vittoria finale.

Dopo sei giornate, la Roma vanta la miglior difesa della Serie A e dei top cinque campionati europei. Solo due gol subiti – da Kean e Simeone – e una tenuta che sorprende chi ricordava le squadre ultra-offensive di Gasperini. Ma i numeri giallorossi sono un’eredità diretta dell’ultimo ciclo di Ranieri, che aveva costruito la rimonta in classifica sulla compattezza difensiva.

Ora la Roma è tornata a essere una squadra che non concede nulla: il portiere Svilar è in grande forma, e anche i numeri lo confermano. Gli Expected Goals Allowed (xGA) indicano che la Roma avrebbe dovuto subire 5,2 reti, ma ne ha incassate meno della metà. Una differenza che, nel lungo periodo, potrebbe pesare molto nella corsa al titolo.

Tre gol subiti in sei partite: questo è il biglietto da visita del nuovo Milan di Allegri. Un risultato notevole considerando che, con gli stessi interpreti, la squadra aveva chiuso la scorsa stagione con 43 reti al passivo. (continua dopo la foto)

Il tecnico livornese ha impostato un calcio pragmatico, basato sul sacrificio collettivo. Persino difensori discussi come Tomori e Pavlovic stanno ritrovando fiducia. “Se subiamo da 25 a 30 gol, saremo nelle prime due posizioni”, ha detto Allegri dopo Juventus-Milan. E i numeri, per ora, gli danno ragione: la proiezione su 38 giornate porterebbe il Diavolo dritto nelle zone altissime della classifica.

Gli 8 gol subiti in 6 partite (settima difesa del campionato) hanno sollevato dubbi sulle reali ambizioni Scudetto dell’Inter di Chivu. Ma i numeri raccontano anche un”altra storia: secondo gli xGA, i nerazzurri avrebbero dovuto subire solo 4,4 gol, il miglior dato della Serie A.

La verità, probabilmente, sta nel mezzo: l’Inter concede poco ma paga care le poche disattenzioni. Alcuni avversari hanno segnato con tiri da lontano difficili da evitare, ma in più di un’occasione il reparto non è stato impeccabile. Le prossime settimane diranno se la squadra ha problemi di equilibrio tattico o se finora è stata solo sfortunata.

Serie A, la “legge delle difese”: chi ha la migliore, alla fine vince

La Juventus di Tudor ha incassato 5 reti in 6 giornate, di cui 3 nel solo derby d’Italia. Nonostante ciò, i bianconeri hanno concesso meno di quanto suggerirebbero i numeri, segno di una difesa che funziona.

Fondamentale l’impatto di Bremer, vero leader della retroguardia. Rispetto al recente passato, Tudor predilige la prudenza tattica: meno rischi, linee compatte, e una squadra che difende tutta insieme. In attacco la Juve fatica, ma dietro resta un osso duro da affrontare.

Se la storia insegna che chi subisce meno vince, la corsa allo Scudetto passerà ancora una volta dalla capacità di non prendere gol. Roma e Milan oggi sembrano quelle messe meglio, ma Napoli, Inter e Juve sono sempre in agguato. E dobbiamo ricordarci che per vincere, alla fine, non basta la difesa: perché i gol bisogna anche farli.

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