
Non sarà di certo una stagione da ricordare, eppure il Milan ha ancora una carta da giocarsi per renderla meno amara: la Coppa Italia. Un trofeo che porterebbe un po’ di serenità in un ambiente a lungo depresso e che, in un colpo solo, potrebbe regalare un titolo, un sorriso ai tifosi e, forse, la conferma a sorpresa sulla panchina per Sergio Conceição.
🚨🔴⚫️ Domani ore 16.30: la conferenza stampa di Sérgio Conceição accompagnato Maignan nella sala stampa dello stadio “Olimpico” di Roma. #SempreMilan https://t.co/VnJyK6x51u
— La Milano Rossonera 7️⃣🏆🔴⚫ (@la_rossonera) May 12, 2025
Non è ancora il gioco il punto di forza di questo Milan. E nemmeno la Supercoppa vinta a gennaio o lo sgambetto all’Inter in Coppa Italia hanno cancellato le tribolazioni di un’annata tribolata. Ora però, da qualche giornata, il cambiamento tattico in difesa ha portato buoni risultati: il Milan non incanta, ma ora è capace di colpire. Soprattutto grazie a tre armi affilate, su cui Conceição ha costruito un’identità tardiva ma efficace.
Contro il Bologna, ancora una volta, il Milan ha mostrato la sua capacità di rimontare risultati sfavorevoli. Sotto di un gol, la squadra rossonera ha saputo ribaltare tutto grazie a Gimenez e Pulisic, restituendo entusiasmo a un Meazza che sembrava rassegnato. La Champions è un miraggio quasi impossibile, ma ora per la Coppa Italia il Milan parte favorito. (continua dopo la foto)

Con la vittoria, il Milan è arrivato a 22 punti recuperati da situazioni di svantaggio in campionato. Solo l’Atletico Madrid, nei top 5 campionati europei, ha fatto meglio (23). È più di una statistica: è un’abitudine, una mentalità. Un merito che va riconosciuto a Conceição, allenatore carismatico, che non ha mollato nonostante tutto. E il Milan, oggi, non muore mai.
Da quando i rossoneri sono passati al 3-4-3, il vento è cambiato. Cinque vittorie in sei partite, solo tre gol subiti e tre clean sheet. Il cambio di assetto non è solo estetica: ha trasmesso equilibrio, compattezza, sicurezza. Il Milan ha smesso di farsi infilare in campo aperto come accadeva fino a gennaio.
Ma c’è di più: Conceição ha mostrato flessibilità tattica, un valore che spesso fa la differenza. A Genova, come contro il Bologna, ha cambiato pelle a gara in corso. Ieri, per esempio, ha rispolverato il vecchio 4-2-3-1 con l’ingresso di Gimenez, ottenendo ordine e profondità. L’allenatore portoghese ha trovato un equilibrio senza rinunciare alla sorpresa. E questa duttilità, nel calcio moderno, è un elemento importante. (continua dopo la foto)

A decidere le partite, spesso, non sono i titolari. E il Milan, da qualche settimana, ha cominciato a pescare bene dalla panchina. Gimenez è passato da oggetto misterioso a centravanti letale nei finali di partita. Chukwueze, fin lì anonimo, è entrato in campo e ha spezzato in due il Bologna: strappi, lucidità, assist.
Nel secondo tempo, è sembrato di vedere un altro Milan: più verticale, più feroce, più simile a quello che sogna Conceição. E allora, sì, i rimpianti aumentano. Perché se tutto questo fosse arrivato prima, forse oggi si parlerebbe d’altro. Ma ora resta una finale da giocare, una coppa da alzare. E, magari, un futuro da decidere. Con un coraggioso allenatore portoghese in panchina.
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