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Juventus, l’analisi dopo la Champions: cosa funziona e cosa ancora no

Juventus, l’1-1 contro lo Sporting Lisbona, nella quarta giornata di Champions League lascia alla squadra di Luciano Spalletti una serie di indicazioni preziose. Con ancora pochi allenamenti alle spalle, si iniziano già a intravedere la mano dell’allenatore e alcuni progressi evidenti. Ma accanto ai segnali positivi non mancano i punti critici.

Ecco i principali fattori positivi e negativi emersi dal pareggio con i portoghesi. Il dato più incoraggiante riguarda Dusan Vlahovic. Il centravanti serbo ha segnato un gol importante e ha mostrato una presenza da vero leader.

Da quando Spalletti è arrivato, Vlahovic non si distingue solo come finalizzatore, ma come riferimento per i compagni. La Juventus sa che dovrà presto affrontare la spinosa questione del suo rinnovo. Ma una cosa è certa: oggi il serbo è tornato fondamentale. (continua dopo la foto)

Dopo oltre un anno di anonimato, Teun Koopmeiners sembra essersi riacceso. Il centrocampista olandese ha mostrato voglia di riscatto e una maggiore personalità in campo. La nuova posizione più arretrata impostata da Spalletti lo sta aiutando a ritrovare fiducia, pur restando lontano dalla versione dominante vista a Bergamo. È comunque un segnale positivo per la Juventus, che ha bisogno di salvare un investimento economicamente pesante.

Terzo elemento in crescita: Pierre Kalulu. Tornato nel suo ruolo naturale di terzino, il francese ha offerto due ottime prove consecutive, prima a Cremona e poi contro lo Sporting, dove è stato tra i migliori in campo. L’esperimento di Tudor di impiegarlo da esterno alto è ormai archiviato: Kalulu funziona dove deve stare, in difesa.

Tra i fattori negativi, il primo riguarda Kenan Yildiz. Il talento turco, alle prese con un piccolo fastidio al ginocchio e con la stanchezza accumulata, è apparso fuori condizione. anche la posizione in campo non convince: troppo defilato e distante dall’area, ha faticato a incidere. Spalletti dovrà lavorare per riportarlo in zone più centrali, dove il suo talento può fare davvero la differenza. (continua dopo la foto)

Jonathan David

Capitolo portiere: lo Sporting ha tirato due volte e ha trovato un gol e una traversa. Sul tiro vincente di Araujo, Michele Di Gregorio non è sembrato impeccabile. Non è la prima volta: alterna prestazioni eccellenti, come quella al Bernabeu, ad altre con errori evitabili. A 28 anni, il portiere deve ancora trovare quella costanza necessaria per essere considerato da “grande squadra”.

Infine, resta in ombra Jonathan David. Entrato nel finale, ha avuto una sola occasione – un colpo di testa da distanza ravvicinata – ma il portiere avversario gli ha negato il gol. Non segna dal 24 agosto, e la sua stagione finora è stata un calvario. Spalletti vorrebbe recuperarlo, ma con un Vlahovic al centro del progetto, ritagliarsi spazio non sarà facile.

Il pareggio con lo Sporting lascia dunque l’impressione di una Juve in chiaroscuro: identità in costruzione, qualche certezza ritrovata e alcuni nodi ancora da sciogliere.

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