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Inter, per Chivu gli stessi problemi di Inzaghi? La via per evitare ricadute

Inter, Chivu si interroga dopo la risicata vittoria in Champions. Contro Verona e Kairat Almaty sono riemersi difetti che erano già evidenti durante la gestione di Simone Inzaghi: superficialità, presunzione e seconde linee che deludono. Due vittorie che non bastano a nascondere le crepe di un gruppo che continua a soffrire gli stessi cortocircuiti mentali del passato.

Può sembrare paradossale criticare una squadra reduce da due successi, eppure l’Inter ha mostrato contro l’Hellas e il Kairat gli stessi limiti che l’hanno frenata nelle passate stagioni. Contro il Verona, la squadra di Chivu era partita con il piede giusto, salvo poi bloccarsi dopo il vantaggio firmato Zielinski: il classico calo di tensione che trasforma le partite in trappole. (continua dopo la foto)

Ben più allarmante, però, la prestazione europea contro i kazaki del Kairat Almaty. Lì i nerazzurri hanno giocato con leggerezza e sufficienza, come ammesso dagli stessi Dimarco e Carlos Augusto, rischiando una figuraccia pesante.

Dopo Verona il tecnico rumeno aveva minimizzato, ma in Champions il tono è cambiato. Davanti alle telecamere, Chivu ha ammesso le proprie colpe: “Non sono stato in grado di far capire ai calciatori l’importanza e la difficoltà di questa sfida“. Dentro lo spogliatoio, però, la musica è stata diversa e i toni più duri. Un rimprovero severo, con un messaggio forte: mai più approcci così.

Eppure la sensazione è che la squadra non impari mai fino in fondo la lezione. Le “distrazioni” sono costate care negli ultimi anni: finali, scudetti e occasioni sfumate per la stessa mancanza di concentrazione. (continua dopo la foto)

Ora arriva un trittico che non ammette leggerezze. Lazio, Milan e Atletico Madrid: tre gare che misureranno la vera statura dell’Inter e del suo allenatore. Finora, negli scontri diretti, i nerazzurri hanno già perso due volte, contro Juve e Napoli.

Se Chivu e i suoi vogliono davvero puntare allo scudetto, servirà una svolta mentale prima ancora che tattica. Perché l’Inter può vincere con chiunque, ma continua troppo spesso a complicarsi la vita da sola.

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