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Influenza, è boom di polmoniti. Pregliasco avverte gli italiani: “I tre sintomi per riconoscerla”

Pregliasco

I consigli del Prof. Pregliasco

Il Prof. Fabrizio Pregliasco ha riferito a Fanpage gli avvertimenti da tenere a mente in questo periodo di forte incidenza di casi di influenza. Innanzitutto, il dottore ha tenuto a precisare che il motivo per cui questa stagione è stata particolarmente problematica è per via della maggior incidenza dei casi e quindi, in proporzione, anche dei casi più gravi che “saturano” e stressano gli ospedali.

Tuttavia, è bene ricordare che il virus non causa di per sé una malattia più grave rispetto agli altri anni. Rassicurati su questo punto, è bene ricordare che l’influenza non è da sottovalutare in quanto può portare a conseguenze più gravi, come appunto la polmonite. Ma perché queste due patologie vanno a braccetto? “L’influenza, e più in generale, i virus respiratori, abbassano le difese immunitarie, come conseguenza all’azione dell’infiammazione per sconfiggere in primis l’infezione virale. – ha spiegato Pregliasco nell’intervista a Fanpage – Questo favorisce la cosiddetta sovrainfezione, cioè un’infezione secondaria che si sovrappone alla prima infezione, in particolare da pneumococco, lo Streptococcus pneumonie, un batterio per il quale si è addirittura visto come il virus influenzale sia un facilitatore della sovrainfezione.“. Ma allora cosa fare? Quali sintomi denotano che siamo stati infettati anche dalla polmonite? Quando è bene preoccuparsi?

Come riconoscere i sintomi di polmonite

“La polmonite si riconosce per diversi sintomi, tra cui un aumento della frequenza cardiaca, difficoltà respiratorie e, in particolare, per il peggioramento della tosse: la tosse, che nella fase iniziale dell’infezione virale è secca, di tipo irritativo, diventa produttiva, cioè con produzione di catarro” ha spiegato ancora Pregliasco. Inoltre è importante fare attenzione nel caso i sintomi influenzali abbiano un miglioramento e poi un nuovo un peggioramento, segno che il corpo possa essere stato colpito da un’altra infezione sviluppatasi successivamente alla prima. Il dottore ricorda infine che per i soggetti più deboli o avanti con l’età sarebbe importante sottoporsi a vaccinazione contro lo pneumococco, prenotabile in qualsiasi momento dell’anno. Per la vaccinazione influenzale invece risulta essere un po’ tardi dal momento che ha efficacia soltanto dopo dieci giorni dalla somministrazione e che ormai il picco di casi dovrebbe essere stato superato.

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