
Tra una settimana, il Giro d’Italia scatterà da Tirana. E sarà come sempre un tripudio di emozioni per chi ama il ciclismo: 184 corridori, 23 squadre, 5 ex vincitori della maglia rosa, giovani rampanti, veterani ambiziosi, colpi di scena garantiti e un solo destino: scrivere la storia.
C'è chi non vede l'ora che inizi, chi vorrebbe una settimana in più. Poi ci sono gli altri, quelli che sanno che sarà una faticaccia. Illusioni e disillusioni del fine settimana prima dell’inizio del Giro d'Italia – di @giostuzzihttps://t.co/mpxKkKkdtC
— Il Foglio (@ilfoglio_it) May 3, 2025
A rendere epico il via da Durazzo, con 160 chilometri che porteranno il gruppo fino alla capitale albanese, ci sarà una parata di campioni: Nairo Quintana (trionfatore nel 2014), Richard Carapaz (2019), Egan Bernal (2021), Jai Hindley (2022) e il campione uscente Primoz Roglic (2023). Cinque nomi che pesano come monumenti. Ma l’assenza di Tadej Pogacar, campione 2024, spalanca il campo a nuovi equilibri.
E tra i pretendenti più accreditati si staglia il giovane Juan Ayuso, 22 anni e talento già pronto per la consacrazione. La sua sfida con Roglic – 13 anni più anziano, ma ancora affamato – sarà il filo rosso della corsa. Un duello esploso alla Volta Catalunya, dove ha vinto Roglic, ma Ayuso ha mandato un messaggio chiarissimo: il futuro bussa con forza.
Roglic correrà col numero 1 e una squadra di lusso: con lui Hindley, Daniel Felipe Martinez, Moscon e il promettente Pellizzari. Ayuso potrà contare su Isaac Del Toro, autentico prodigio, e sull’esperienza di Adam Yates. Gli altri uomini per la classifica generale? Occhio a:
Mikel Landa, due podi già in bacheca;
Simon Yates, terzo nel 2021;
Michael Storer, vincente all’Alps;
Antonio Tiberi, maglia bianca 2024, ma reduce da problemi fisici;
Pello Bilbao, sempre lì nei 5;
Poi ci sono David Gaudu, Derek Gee, Romain Bardet e Thymen Arensman, tutti in forma eccellente. Fra gli italiani Giulio Ciccone, che ha mostrato gambe brillanti nelle ultime settimane, e Damiano Caruso, che lavorerà per Tiberi nella Bahrain Victorious, ma resta un nome sempre caldo.
Oltre ai pretendenti alla vittoria finale ci sono loro, i cacciatori di tappe, le scintille pronte a incendiare ogni frazione: Wout Van Aert, una leggenda vivente: nove tappe al Tour, argento olimpico, vincitore di Milano-Sanremo, Strade Bianche, Amstel, Gand-Wevelgem. Non sarà da classifica, ma darà spettacolo ogni volta che potrà. Con lui Mads Pedersen, Thomas Pidcock, Marc Hirschi, Ulissi, Fuglsang, Formolo, Marco Frigo.
Ci saranno volate ad alta tensione: sarà guerra tra giganti. Per gli sprint, il faro è Olav Kooij: già tre successi nel 2025 tra Oman e Tirreno. Ma occhio a Kaden Groves, Paul Magnier, Matteo Moschetti e soprattutto il rinato Sam Bennett, tornato a brillare con quattro vittorie a inizio stagione. In agguato anche Fiorelli, Lonardi, Zanoncello, Pluimers, Lamperti, Van Uden e Aular. Non ci sarà spazio per errori.
Giro d’Italia, le cronometro: i minuti che possono valere la vittoria finale
Due le prove contro il tempo: 13,7 km in Albania (tappa 2), un antipasto scoppiettante; 28,6 km da Lucca a Pisa, nella fase centrale, che potrebbe sconvolgere la classifica. Favoriti? Gli ultimi due campioni europei della specialità: Edoardo Affini e Joshua Tarling, con Mattia Cattaneo, Jay Vine, Brandon McNulty e Daan Hoole pronti a sfidarsi sul filo dei secondi.
Sarà un Giro d’Italia incandescente, epico, vibrante. Una corsa dove il passato si mescola al futuro, e ogni curva può cambiare tutto. Prepariamoci: la Corsa Rosa sta per cominciare. E non sarà una corsa come le altre. Sarà una sfida tra leggende, fuoriclasse e sogni.
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