x

x

Vai al contenuto

Giorgio Chinaglia: storia, gol e leggenda di un bomber fuori dagli schemi

Giorgio Chinaglia

Non parliamo spesso di Giorgio Chinaglia: eppure, è stato uno dei calciatori più iconici e controversi di tutta la storia del calcio italiano. Nato a Carrara nel 1947 e cresciuto in Galles, Chinaglia rappresenta un vero e proprio unicum nel panorama calcistico: un mix irripetibile di talento, grinta, attaccamento alla maglia, carattere indisciplinato e personalità dirompente. Nel bene si è distinto come una sorta di eroe dei due mondi, avendo trovato il successo sia in Italia che negli Stati Uniti; nel male, come oggetto di indagini per una serie di reati finanziari.

Gli inizi: il ragazzo italo-gallese

Figlio di emigrati italiani nel Regno Unito, Giorgio Chinaglia inizia la sua storia calcistica nei club britannici: fin da subito mostra di avere un piglio diverso, con doti da bomber di un’altra pasta. Dopo aver militato nelle giovanili e nella prima squadra dello Swansea City fa rientro in Italia e riparte dalla Serie C vestendo le maglie di Massese e Internapoli; dopodiché approda alla Lazio, che diventerà casa sua.

L’esplosione con la Lazio

Giorgio Chinaglia è stato, per molti versi, l’incarnazione di un certo tipo di spirito della Lazio. Non a caso, ancora oggi, viene ricordato come un simbolo biancoceleste e uno dei migliori calciatori ad aver vestito questa maglia. Arriva alla Lazio nel 1969, in concomitanza con la promozione della squadra nella massima serie. Nei primi due anni segna 12 e 9 reti, ma il suo contributo non è sufficiente per mantenere la Lazio in Serie A: sceso in B, Chinaglia si scatena e termina l’annata da capocannoniere con 21 reti.

La Lazio che torna in Serie A ha una consapevolezza del tutto nuova: il primo anno, ancora sotto il tecnico Tommaso Maestrelli, sfiora lo scudetto da neopromossa, perdendo il titolo solo all’ultima giornata. La stagione seguente, la 1973-1974, i tempi sono maturi: Chinaglia trascina la Lazio con 24 reti e la squadra riesce a vincere lo storico tricolore.

Nell’estate di reca negli Stati Uniti, dove viene accolto come un divo: Chinaglia intuisce che in America può avere tutto, e vorrebbe trasferirsi subito. Onora però, con un po’ di fatica, il resto del contratto con la Lazio, segnando altre reti importanti e partendo infine dall’Italia nell’aprile del 1976: si lascia dietro un bottino di 140 reti in 263 partite con la squadra romana.

Il trasferimento negli Stati Uniti: i New York Cosmos

Chinaglia e Pelè
SAN JOSE, CA – AUGUST 7: Giorgio Chinaglia #9 and Pele #10 of the New York Cosmos plan a free kick during an North American Soccer League (NASL) soccer match against the San Jose Earthquakes played on August 7, 1976 at Spartan Stadium in San Jose, California. (Photo by David Madison/Getty Images)

È negli Stati Uniti che la parabola calcistica di Chinaglia raggiunge il culmine: qui gioca per quasi 10 anni ai New York Cosmos, dove segnerà 231 gol in 234 partite. Brilla accanto a leggende come Pelè e Beckenbauer, diventando per 5 volte miglior marcatore della NASL e vincendo il titolo di miglior giocatore nell’edizione del 1981. Ma c’è di più: Chinaglia diventerà una sorta di presidente-giocatore, con un elevatissimo potere decisionale.

Chinaglia in Nazionale

Chinaglia ebbe un rapporto tutt’altro che semplice con la Nazionale: nonostante l’esordio con gol nel 1972, le cose precipitano al Mondiale del 1974, dove gioca poco e non lascia il segno. Tuttavia è il celebre episodio con il commissario tecnico Valcareggi – di cui parleremo più avanti – a chiudergli per sempre le porte azzurre.

Stile di gioco e personalità

Chinaglia era un attaccante incredibilmente performante: sapeva combinare un tiro potentissimo, un gran fiuto del gol e una grinta senza pari che gli permetteva di essere sempre motivato e pericoloso. A questo pacchetto di skills bisogna abbinare un carattere tremendamente sregolato, dentro e fuori dal campo: un esempio celebre è l’esultanza al derby di ritorno della stagione 1973-1974, dove segna il gol del vantaggio e corre sotto la curva romanista, puntando il dito contro i tifosi avversari.

La vita dopo il calcio e le controversie

Nel 1983 torna in Italia nelle vesti di presidente della Lazio: questa è solo una delle molte vite di Chinaglia dopo il ritiro dal calcio; sarà, infatti, anche presidente onorario del Marsala e del Foggia, ambasciatore dei New York Cosmos, giornalista, opinionista, commentatore RAI e si è persino candidato alle elezioni Europee con il Partito Popolare Italiano.

Gli anni dopo il ritiro di Chinaglia, però, sono anche segnati da diverse controversie e vicende giudiziare:

  • Calcioscommesse e presunti rapporti criminali.
  • L’inchiesta sulla Lazio. Nei primi anni ’80, la Lazio fu al centro di un’inchiesta che vedeva coinvolti alcuni esponenti in presunti legami con la criminalità organizzata: Chinaglia, all’epoca dirigente, finì così sotto i riflettori.
  • Accuse di riciclaggio e traffico finanziario.
  • L’esilio volontario. Per sfuggire alle diverse indagini e alle pressioni giudiziarie, Chinaglia sceglie di trasferirsi negli Stati Uniti, dove prosegue le sue attività imprenditoriali.

Curiosità e aneddoti su Giorgio Chinaglia

Concludiamo questa panoramica su Chinaglia con un alcuni aneddoti e curiosità su questa figura incredibile:

  • Il soprannome Long John. Chinaglia era noto come Long John: questo soprannome, diventato poi sinonimo di potenza e carisma, deriva dalla la sua somiglianza fisica e stilistica con l’attaccante gallese John Charles.
  • Il gesto clamoroso contro Valcareggi. Durante i Mondiali del 1974, dopo essere stato sostituito nella partita contro Haiti, Chinaglia reagì decisamente male: lanciò via la sua maglia azzurra e rivolse una serie di insulti al commissario tecnico Ferruccio Valcareggi, incurante del contesto intorno a lui. Un gesto compromise in maniera pesante il suo rapporto con la Nazionale.
  • Il bomber imprenditore del Cosmos. Oltre a giocare a calcio, negli Stati Uniti diventa anche il presidente dei New York Cosmos. Si dice, anche se non è confermato, che prendesse decisioni su allenatori e formazioni, e che persino due campioni del calibro di Pelé e Beckenbauer si siano lamentati del suo eccessivo strapotere.
  • Icona pop e attaccante rockstar. Chinaglia era famoso per il suo stile di vita, molto più simile a quello dei divi della musica o del cinema rispetto ai compassati calciatori del tempo: lusso, macchine di grossa cilindrata, abiti sgargianti. In America, non a caso, diventò una vera e propria celebrità.
  • Il legame con i tifosi della Lazio. Ancora oggi viene considerato una leggenda assoluta della Lazio. Dopo la sua morte nel 2012, i tifosi gli hanno dedicato striscioni, cori, murales e anche un tratto dello Stadio Olimpico.
  • Un numero simbolico: la maglia 9. Chinaglia ha vestito quasi sempre la maglia numero 9, che è diventata poi un simbolo della sua fame di gol e del suo stile da centravanti classico. A New York diventò quasi un’icona mediatica, al pari del 10 di Pelé.
  • Un gol che fece storia. Ovviamente, ci sono molti meriti di campo da considerare nel suo ritratto: ad esempio il suo gol al Foggia nel 1974, che contribuì allo storico scudetto della Lazio, ed è ancora oggi considerato uno dei momenti più iconici della storia biancoceleste.

Leggi anche

Argomenti