Jannik Sinner continua a mietere vittorie, ma sul suo capo continua a pendere il ricorso della Wada al Tas di Losanna. In difesa del nostro fuoriclasse è intervenuto l’ex numero uno azzurro Paolo Cané, oggi commentatore, che ha espresso il suo supporto e le sue preoccupazioni in un’intervista a Fanpage.
Vi era mancato?
— Quindici Zero 🎾 (@quindicizero) October 16, 2024
Jannik Sinner scende in campo per il primo incontro di quarti di finale del Six Kings Slam contro Daniil Medvedev.
Che la guerra abbia inizio ⚔️ pic.twitter.com/Y9X8lxszpm
“Non ho dubbi, io sto dalla parte di Sinner perché è un grandissimo professionista e mi spiace per lui per questa situazione”, ha affermato Cané, dimostrando di essere convinto della buona fede del tennista. L’ex campione ha poi approfondito la delicatezza della questione, sottolineando che “è un discorso molto delicato e non sono certo io quello che può dare delle risposte, ma solo esprimere un parere“.
Canè ha richiamato l’attenzione sul fatto che “ci sono i tribunali per questo e c’è un’indagine in corso“, mettendo in evidenza che la situazione deve essere trattata con la dovuta attenzione. L’ex tennista ha criticato anche il modo in cui si sta gestendo il caso, affermando che “quello che si sta facendo, chiedendo ai vari giocatori e facendo nomi e non di quelli che possono rispondere, sembra un ping pong e questo gioco non serve a nessuno“.
Sinner “non è stato affatto aiutato”
Secondo Cané, l’attenzione mediatica su Sinner è amplificata dal suo status di numero uno al mondo, che “fa ovviamente notizia molto più del numero 1000 e questo va bene anche ai giornali“.
Riguardo alla pressione psicologica che Sinner sta affrontando, Cané ha detto: “Lui ha ricevuto un giudizio da 3 giudici di livello mondiale, tre esperti che hanno già dato risposta negativa”. Ha anche sottolineato che “quello che molti non leggono bene e su cui bisogna fare molta attenzione è che Sinner non è stato aiutato in questa storia, anzi“.
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