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Il Milan di Allegri, la Juventus di Tudor, l’Inter di Chivu: funzionano i nuovi assetti?

Pulisic e Modric

Il Milan ha puntato sull’esperienza di Massimiliano Allegri per ristabilire equilibrio e competitività. La Juventus si è affidata all’intensità e al pressing di Igor Tudor, mentre l’Inter ha scelto di scommettere su Cristian Chivu, dando il via a un progetto giovane e coraggioso. Tre visioni, tre progetti, un solo obiettivo: tornare a vincere.

Allegri si aggrappa a Modric

Il ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina del Milan ha riportato solidità e credibilità al progetto, seppur ancora con diversi punti di domanda da risolvere sia a livello tattico che societario. Dopo il periodo altalenante di Fonseca e Sergio Conceicao, la dirigenza rossonera ha puntato sull’esperienza del tecnico livornese per ristabilire una cultura del risultato che negli ultimi anni era andata un po’ persa. Le prime giornate della nuova stagione di Serie A confermano un Milan ordinato, difficile da battere, ma non ancora brillante dal punto di vista offensivo.

I punti di forza del Milan si trovano sicuramente nella fase difensiva. La continuità di Strahinja Pavlović al fianco di Tomori e Gabbia ha dato più sicurezza con la difesa a tre, mentre Mike Maignan per ora rimane nel progetto rossonero, anche se la questione rinnovo è in alto mare. A centrocampo Allegri ha chiesto a Fofana e Loftus-Cheek 15 gol in questa stagione e, al momento, i due hanno risposto positivamente con una rete a testa.

L’inglese, in particolar modo, ora sembra più inserito nel sistema di gioco, anche grazie ad un centrocampo muscolare che lo copre nelle incursioni. Il tecnico ha anche valorizzato Pulisic come seconda punta o attaccante di movimento: l’americano è attualmente il capocannoniere del Milan con tre gol, dimostrando personalità e qualità sotto porta. Modric fa girare la squadra e a 40 anni si è già guadagnato la regia del Milan dopo poche partite, anche facilitato dall’inserimento di Rabiot.

Tuttavia, i problemi principali derivano dalla mancanza di un centravanti affidabile. Santiago Gimenez, pur supportato pubblicamente da Allegri, ha sprecato molte occasioni nelle prime giornate e fatica a inserirsi nei meccanismi offensivi. L’assenza di Rafael Leão per infortunio pesa moltissimo sotto porta. Il rientro del portoghese potrebbe riaccendere l’attacco nei momenti più difficili, magari proprio in coppia con Nkunku o lo stesso Pulisic a discapito di Gimenez.

Sul piano dei risultati, il Milan ha avuto un avvio positivo, con tre vittorie e una sconfitta all’esordio contro la Cremonese, ma le prestazioni positive dovranno essere confermate dalle prossime due gare. Il calendario ora si fa più impegnativo, con le sfide contro Napoli e Juventus all’orizzonte. La squadra dà la sensazione di potersi giocare la zona Champions, ma dovrà trovare maggiore incisività davanti per reggere il confronto con le concorrenti. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)

Rosa corta per Tudor

Il nuovo progetto, ancora in costruzione, ha già dato segnali incoraggianti, pur tra qualche comprensibile difficoltà di adattamento. Sul piano dei risultati, la Juventus ha avuto un inizio convincente, con tre vittorie e un pareggio. I tre punti con l’Inter hanno portato luci in attacco e ombre in difesa, con ben tre reti incassate.

Segnali positivi e incoraggianti arrivano dai giovani, su tutti Yildiz e Adzic, ma i bianconeri non sembrano ancora una squadra equilibrata in grado di dare continuità. Nei due scontri con Inter e Borussia Dortmund sono state subite 7 reti, decisamente troppe per guardare con ottimismo allo scudetto. C’è poi una rosa corta che già in trasferta a Verona ha fatto pesare le fatiche infrasettimanali di Champions League. Contro gli scaligeri i bianconeri, pur penalizzati dall’arbitraggio, hanno rischiato molto e hanno di fatto sprecato due punti con una squadra sulla carta nettamente inferiore.

Tuttavia, alcuni punti deboli sono ancora evidenti: la difesa, in particolare, va spesso in difficoltà contro squadre che attaccano con continuità, e manca un vero leader in mezzo al campo capace di gestire i momenti di pressione. Inoltre, la rosa potrebbe essere corta per reggere su tre fronti, soprattutto se si considera il ritorno in Champions League. Tudor ha bisogno di tempo per plasmare completamente la sua Juventus, ma l’impronta tattica è già visibile. Se riuscirà a trovare equilibrio, i bianconeri potrebbero tornare a lottare per lo scudetto dopo due stagioni in chiaroscuro. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)

Tante incognite per Chivu

L’Inter di Cristian Chivu sta affrontando un periodo di transizione complesso, nel quale la ricerca di un’identità precisa si scontra con amnesie tattiche, cali di concentrazione e risultati altalenanti. L’ex difensore, scelto per aprire un nuovo ciclo all’insegna del gioco offensivo e della valorizzazione dei giovani, ha ereditato una squadra dalle grandi ambizioni ma non più macina risultati come quella dello scorso anno. I problemi, evidenti nella sconfitta con la Juventus e in altre prestazioni altalenanti, sono anche frutto di una squadra che sembra ancora in costruzione, a partire dal sistema di gioco.

L’Inter ha alternato buone prove – come la vittoria in Champions League contro l’Ajax (2-0) – ad altre meno convincenti. Dopo quattro giornate di Serie A, i nerazzurri hanno raccolto 6 punti, troppo pochi per una squadra che vuole competere per il titolo. La recente vittoria contro il Sassuolo (2-1) ha ridato un po’ di fiducia, ma le criticità sono ancora evidenti. Una su tutte: la gestione dei finali di partita, dove l’Inter tende a subire, anche in vantaggio. Lo stesso Chivu ha riconosciuto il problema: “Abbiamo avuto l’atteggiamento giusto, ma quando non chiudi la partita, poi rischi di soffrire”.

La manovra è spesso lenta, prevedibile e poco efficace nella ricerca della profondità, specie contro difese schierate. Gli esterni titolari, Dimarco e Dumfries, sono schierati con continuità e rischiano di risentirne a stagione in corso. Anche la gestione della porta è un tema aperto: Sommer ha avuto prestazioni deludenti, mentre Martínez, giovane lanciato dalla dirigenza, si sta candidando come futuro titolare. Questa alternanza riflette una squadra ancora in fase sperimentale.

Nonostante i limiti, ci sono segnali incoraggianti. In primis la crescita del giovane Pio Esposito, rivelazione di questo avvio di stagione. L’attaccante si è integrato rapidamente, dimostrando personalità e una presenza importante nelle partite decisive, sia in campionato che in Champions League. Il suo contributo è uno dei simboli di un’Inter che cerca di rinnovarsi dando spazio ai giovani. La vittoria per 2-1 contro il Sassuolo ha riportato entusiasmo, ma la sensazione è che la strada sia ancora lunga.

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