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Inter, una follia di Bisseck al 90esimo regala il pareggio alla Lazio e costa ai nerazzurri il sorpasso scudetto

Pienone a San Siro per la sfida fra Inter e Lazio, con un orecchio rivolto a Parma dove è impegnato il Napoli. I biancazzurri scendono in campo con un atteggiamento molto prudente, nel tentativo di non dare spazi alle azioni dei nerazzurri, ma nello stesso tempo è pronta a ripartire in contropiede con i suoi attaccanti e con Tavares.

La prima mezz’ora vede le squadre attente, con l’Inter che muove di più la palla e la Lazio che si copre e appena può riparte. Chiffi fa arrabbiare i nerazzurri per un paio di fischi contestati e Calhanoglu, molto nervoso, si fa ammonire per proteste. Proprio alla mezzora si vede la prima conclusione pericolosa con un sinistro di Dimarco su un cross dalla destra, Mandas è abile a respingere.

Al 43′ c’è una clamorosa occasione per la Lazio in contropiede. Isaksen è abile a incunearsi dalla destra, la difesa nerazzurra è scoperta e l’attaccante di Baroni si presenta completamente solo davanti a Sommer. Il portierone svizzero esce a valanga per chiudere lo specchio e ha ragione, perché riesce a respingere la conclusione del danese.

Scampato il pericolo, l’Inter riprende ad attaccare e a far girare palla, e all’alba del primo minuto di recupero guadagna un corner sulla destra. Si crea un mischione in area, Dimarco scarica un sinistro che viene respinto ma finisce sui piedi di Bisseck. Il difensore tedesco controlla e con il mancino piazza la palla sotto la traversa: Inter in vantaggio e San Siro esplode.

La ripresa si apre con una tensione altissima su entrambi i fronti. L’Inter sa di dover vincere, la Lazio cerca un disperato recupero sulla zona Champions. I nerazzurri iniziano male, si chiudono troppo, e non è la prima volta che capita quest’anno. Taremi lascia il posto a Correa. Dall’altra parte Baroni si gioca la carta Pedro, mentre dagli altri campi non arrivano buone notizie per i biancocelesti.

La Lazio prende campo, acquista coraggio, e sfiora il pareggio al 67’: imbucata geniale di Castellanos, Dia si ritrova da solo davanti a Sommer ma sbaglia clamorosamente il tocco sotto, mettendo fuori. Al 74’ Marusic calcia dal limite, Dumfries devia, Vecino riesce a servire Pedro che col mancino batte Sommer.

Il guardalinee segnala un fuorigioco, ma il Var lo smentisce. Dia è in offside ma non partecipa attivamente, si valuta tutto. Passano secondi eterni, poi il verdetto: gol convalidato. È 1-1, cambia tutto. San Siro è gelato, ma non per molto.

Inter, un finale amarissimo

Passano sei minuti e l’Inter torna avanti. Punizione di Calhanoglu, Romagnoli e Thuram si strattonano, sul secondo palo sbuca Dumfries che incorna con ferocia. È il 2-1, e il boato è fragoroso. L’olandese si conferma uomo delle notti pesanti, l’Inter torna a crederci, anche perché a Parma il Napoli è sempre sullo 0-0. Ma proprio all’ultimo arriva l’episodio che, con tutta probabilità, costerà lo scudetto ai nerazzurri.

Al minuto 90, Castellanos salta Bisseck che inspiegabilmente anziché mantenere la posizione salta e allarga il braccio. Un errore incomprensibile e, visto quello che costa, imperdonabile. È rigore. Chiffi inizialmente lascia correre, ma poi viene richiamato al monitor. Rigore netto.

Dal dischetto va Pedro, glaciale: incrocia, Sommer intuisce ma non basta. È 2-2. Intanto a Parma il Var cancella un rigore per il Napoli. L’Inter si ributta in avanti a testa bassa. Al 97’ il pallone decisivo capita sui piedi di Arnautovic in seguito a una carambola in area: ma l’austriaco incredibilmente liscia la palla a due metri dalla porta.

Il fischio finale cade su un Meazza incredulo. Due errori clamorosi, uno in difesa, uno in attacco, costano all’Inter i 3 punti che l’avrebbero proiettata davanti al Napoli. Invece rimane il sapore di una clamorosa occasione mancata, e Conte può sorridere.

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