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Youtuber, l’ipotesi del Governo: fino a cinque anni per l’istigazione sul web

Yutuber governo

L’incidente avvenuto a Roma in questi giorni che ha causato la morte di un bimbo di cinque anni ha colpito moltissimo l’opinione pubblica. Il sinistro mortale è stato causato da un gruppo di youtuber che stavano eseguendo una challenge (sfida social) per accaparrarsi nuovi like e segui sulle loro piattaforme. Realizzare video mentre si è alla guida quindi è molto pericolo e il Governo sta pensando ad un modo per evitare queste tristi conseguenze. Il “contenitore” adatto per un provvedimento di questo tipo del resto esiste già. Ed è quel disegno di legge “anti-baby gang” voluto fortemente dalla Lega di Matteo Salvini che è appena stato incardinato in Commissione Giustizia al Senato e che, nelle intenzioni del Guardasigilli Carlo Nordio, è destinato ad essere parte integrante di quella “Fase 2” della sua riforma che si auspica vedrà la luce entro la fine di quest’anno. (Continua leggere dopo la foto)

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The Prime Minister, Giorgia Meloni during her speech at Palazzo Chigi. Rome (Italy), June 08th, 2023

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Youtuber, l’ipotesi del Governo: fino a cinque anni per l’istigazione sul web

Un reato ad hoc per punire chi, maggiorenne o meno, “esalta condotte illegali” o “istiga alla violenza” postando dei video sui social e guadagnando attraverso le piattaforme digitali. È la linea dura su cui sta ragionando l’esecutivo di Giorgia Meloni, anche per evitare che possano ripetersi ancora tragedie come quella che pochi giorni fa a Casal Palocco, a Roma, è costata la vita al piccolo Manuel di cinque anni. Il “contenitore” adatto per un provvedimento di questo tipo del resto si trova già disegno di legge “anti-baby gang” voluto fortemente dalla Lega di Matteo Salvini. Il sottosegretario leghista di via Arenula Andrea Ostellari, come riportato da Il Mattino, ha dichiarato: “Il contrasto alla produzione e diffusione di video che esaltino condotte illegali è uno dei suoi punti qualificanti” del disegno di legge. Ora il Governo starebbe pensando all’’estensione della fattispecie di reato prevista per i minori nel ddl a “tutte le condotte illegali che vengano riprese e celebrate attraverso l’uso dei social, benché compiute da persone adulte, da cui ci si aspetterebbe una maturità che evidentemente non è scontata. La ratio dell’intervento è evitare l’”effetto moda” generato da chi compie bravate sul web”. L’emulazione, purtroppo, in questi anni dove i social vengono usati costantemente sembra essere un fenomeno in netta crescita. Stando ad uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità tra gli studenti di età tra gli 11 e i 17 anni il 6,1% dei ragazzi hanno partecipato almeno una volta nella vita a una sfida social pericolosa. (Continua a leggere dopo la foto)

Regolare la registrazione ai social

Pochi giorni fa è stata presentata alla Camera anche una proposta legislativa del gruppo parlamentare di Azione-Italia Viva con cui si punta a regolare sul serio l’accesso a Facebook, Instagram, TikTok e piattaforme varie, a chi ha meno di 13 anni e di permetterlo solo col consenso dei genitori per chi ha tra i 13 e i 15 anni. Il leader di Azione Carlo Calenda in una conferenza stampa ha spiegato che questa proposta nasce dal fatto che “la situazione è molto allarmante. Le famiglie sono lasciate sole in una condizione in cui di fatto c’è un far west. L’81% degli adolescenti è su Instagram, l’iscrizione ai social comincia dai 11 anni, oltre la metà dei giovani utilizza lo smartphone per più di 3 ore al giorno. E gli effetti sono lo sviluppo della dipendenza, la depressione, la crescita dei disturbi dell’alimentazione e del sonno, il cyberbullismo. Una normativa ci sarebbe già: in Italia si potrebbe eccedere ai social solo dai 14 anni in poi. Ma non c’è nessun tipo di controllo”. D’altro canto altri Paesi, come ad esempio la Francia, sono già intervenuti su queste delicato tema.