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Tour de France 2025: i favoriti da tenere d’occhio

Il gruppo compatto al Tour de France

Negli ultimi cinque anni il Tour è diventato terreno di battaglia per due soli uomini. Tadej Pogacar ha vinto nel 2020, 2021 e 2024, mentre Jonas Vingegaard ha risposto nel 2022 e 2023. Una rivalità che trascende lo sport e che ricorda, per intensità e polarizzazione, quella tra Federer e Nadal, o tra Senna e Prost. Il 2025 non fa eccezione.

Un duello preannunciato

Pogacar arriva in Francia in stato di grazia. 99 vittorie in carriera, imbattuto quasi ovunque nel 2025, e forte di una squadra che non ha solo gregari, ma alternative vere: Adam Yates (terzo nel 2023), João Almeida (vincitore di Paesi Baschi, Romandia e Giro di Svizzera), Wellens e Sivakov. Nella passata edizione il campione sloveno ha demolito la concorrenza con sei vittorie di tappa e un margine di oltre sei minuti su Vingegaard. Ha dimostrato di essere veloce in volata, resistente in salita, scaltro nei ventagli e devastante contro il tempo.

Vingegaard, però, non parte certo battuto. Anzi. Il danese ha un obiettivo chiaro: vincere il Tour. Lo ha sempre avuto, da quando nel 2021 ha staccato Pogacar sul Ventoux e ha preso consapevolezza di potercela fare. Il 2024 lo ha visto chiudere al secondo posto, ma anche costretto a convivere con una condizione precaria dopo una caduta nei Paesi Baschi. Quest’anno è diverso: è integro, motivato e circondato da una squadra fortissima. Simon Yates, vincitore del Giro 2025, Sepp Kuss (trionfatore alla Vuelta 2023), Matteo Jorgenson (primo alla Parigi-Nizza 2024 e 2025), Wout Van Aert, Benoot, Campenaerts e Affini sono nomi che parlano da soli. Sulle grandi salite — Hautacam, Superbagneres, Courchevel, La Plagne e soprattutto il Ventoux — Jonas sa di potersela giocare alla pari, forse anche meglio.

Occhio anche alla cronometro di Caen (tappa 5) dove si potrebbero vedere i primi distacchi di classifica. Sarà proprio la decima tappa, con le sue sette salite di seconda categoria nel cuore del Massiccio Centrale e oltre 4400 metri di dislivello, ad aprire le danze di montagna. Pesantissima invece la tappa pirenaica che vedrà in sequenza Tourmalet, Aspin, Peyresourde e infine Superbagnères.

La cronoscalata a Peyragudes sarà un altro momento chiave. Qui, nella passata edizione, Vingegaard volò lasciando Pogacar e Van Aert senza fiato. Potrebbe essere il terreno ideale per ribaltare le sorti di una classifica che sulla carta vede Pogacar leggermente favorito, anche secondo le quote dei bookmaker: 1.30 per lo sloveno, contro i 3-3.50 per il danese. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)

Evenepoel e Roglic: il terzo incomodo e il sogno proibito

Remco Evenepoel, campione olimpico e talento puro, parte più indietro nei pronostici. Le sue capacità in pianura e nelle cronometro sono indiscutibili, ma paga ancora qualcosa sulle grandi salite. Inoltre, la sua squadra, la Soudal Quick-Step, si presenta al via con alcune assenze pesanti. La sua condizione resta un’incognita, ma se dovesse trovare il colpo di pedale giusto potrebbe diventare il terzo incomodo perfetto.

Più romantica e tormentata la storia di Primoz Roglic. A quasi 36 anni, il fuoriclasse sloveno non ha mai vinto il Tour, pur essendoci andato vicinissimo nel 2020, quando fu beffato da Pogacar nella cronoscalata di La Planche des Belles Filles. Da allora, tre ritiri su tre partecipazioni a causa di cadute. Quest’anno torna dopo un Giro d’Italia chiuso anticipatamente per infortuni, con la voglia di sorprendere in un ruolo da outsider.

Non ha più lo spunto di un tempo, ma conserva l’intelligenza tattica per cogliere l’attimo. E ha a disposizione una squadra intrigante: la Red Bull–Bora-hansgrohe schiera il giovane Florian Lipowitz, in grande crescita, e Aleksandr Vlasov, reduce da una stagione opaca ma potenzialmente letale in alta quota. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Roglic sul traguardo
ROME, ITALY – 2023/05/28: Primo Rogli of Slovenia and Team Jumbo-Visma – Pink Leader Jersey on the finish line in Rome during the 106th Giro d’Italia 2023. 106th Giro d’Italia 2023, Stage 21 a 126km stage from Rome to Rome / #UCIWT. (Photo by Stefano Costantino/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)

Gli outsider di lusso e la caccia alla top-5

Alle spalle dei big, una lunga fila di nomi si giocherà il podio o quantomeno un piazzamento nella top-5. Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), già quinto e settimo nelle ultime due edizioni, può contare su un team esperto con Geraint Thomas, Thymen Arensman e Laurens De Plus. Mattias Skjelmose, dopo un’ottima Vuelta, vuole confermarsi con la Lidl-Trek. Ben O’Connor, se ritrova la forma del 2024, può ambire a molto. Attenzione anche a Enric Mas (Movistar), in cerca di riscatto, e al colombiano Santiago Buitrago, ormai maturo per un exploit.

E poi ci sono gli altri, quelli che potrebbero infilarsi nelle pieghe della corsa: Guillaume Martin, Felix Gall, Emanuel Buchmann, tutti con il potenziale per restare aggrappati ai migliori almeno fino alla terza settimana.

Ogni Tour ha i suoi giovani da tenere d’occhio. Quest’anno i fari sono puntati su Oscar Onley (Team Picnic PostNL), Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility), Lennert Van Eetvelt (Lotto), Kévin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels) e Lenny Martinez (Bahrain Victorious). Per molti di loro l’obiettivo principale sarà una vittoria di tappa, ma qualche top-10 non è da escludere.

In tema di successi parziali, sarà battaglia feroce tra i cacciatori di tappe. Il primo nome è ovviamente quello di Mathieu Van der Poel, che ama i percorsi misti e le tappe da finisseur. Ma anche Tim Merlier, Jasper Philipsen e Jonathan Milan si contenderanno le volate: i tre sprinter più forti del gruppo sono pronti a scatenarsi nei traguardi pianeggianti.

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