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Terremoto in Italia all’alba: la zona colpita

Terremoto in Italia

Terremoto in Italia all’alba: la zona colpita. In geofisica, il terremoto, detto anche sisma o scossa tellurica, è una vibrazione o assestamento della crosta terrestre, provocato dallo spostamento improvviso di una massa rocciosa nel sottosuolo. Quasi tutti i terremoti che avvengono sulla superficie terrestre sono concentrati in prossimità dei margini tra due placche tettoniche. Queste sono infatti le aree tettonicamente attive, dove le placche si muovono le une rispetto alle altre secondo modalità di scorrimento relativo, di allontanamento reciproco oppure di collisione. All’alba di oggi, 30 Giugno 2023, si è verificato un terremoto in una regione dell’Italia centrale: tantissima la paura tra i residenti. (Continua a leggere dopo la foto)

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Terremoto in Italia all’alba: la zona colpita

La terra continua a tremare in Italia. Una scossa di terremoto di magnitudo 3.3 è stata registrata alle 6.11 poco distante da Bolognola, in provincia di Macerata. Come riportato da Il Messaggero, il sisma è stato avvertito nelle Marche, in tutta la zona del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ma anche nella vicina Umbria. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), il terremoto si è verificato a una profondità di 11 chilometri. Non si registrano danni a persone o cose. (Continua a leggere dopo la foto)

I danni di un possibile sisma

I terremoti sono gli eventi naturali di gran lunga più potenti sulla Terra; i sismi possono rilasciare in pochi secondi un’energia superiore a migliaia di bombe atomiche, solitamente misurata in termini di momento sismico. A tal riguardo basti pensare che un terremoto riesce a spostare in pochi secondi volumi di roccia di centinaia di chilometri cubi. In conseguenza di ciò i terremoti possono causare gravi distruzioni e alte perdite di vite umane attraverso una serie di agenti distruttivi, il principale dei quali è il movimento violento del terreno con conseguente sollecitazione delle strutture edilizie in posa, accompagnato eventualmente anche da altri effetti secondari quali inondazioni, cedimenti del terreno, incendi o fuoriuscite di materiali pericolosi; se il sisma avviene sotto la superficie oceanica o marina o nei pressi della linea costiera può generare maremoti. In ogni terremoto uno o più di questi agenti possono dunque concorrere a causare ulteriori gravi danni e vittime. Gli effetti di un terremoto possono essere esaltati e presentarsi in maniera variabile anche nell’ambito di piccole distanze a causa di fenomeni di amplificazione del moto sismico, dovuti alle condizioni geologiche locali, che vanno sotto il nome di risposta sismica locale o effetti di sito.

I terremoti più forti, come quello del Giappone dell’11 marzo 2011 (terremoto del Tōhoku del 2011), possono anche spostare di alcuni centimetri il polo nord geografico (questo ad esempio l’ha spostato di circa 10 cm) a causa dell’elasticità della crosta terrestre. A livello locale gli effetti di un sisma possono variare anche sensibilmente in conseguenza dei cosiddetti effetti di sito. Il singolo evento che ha fatto registrare più vittime negli ultimi mille anni è il terremoto dello Shaanxi (Cina) del 1556, di magnitudo 8,3, a causa del quale morirono 830 000 persone. Quello a più alta magnitudo, invece, è il terremoto di Valdivia (Cile) del 1960, che raggiunse magnitudo 9,5.