
Domenica sera, al Tardini, il Napoli ha in mano quasi un match point, dopo quello sprecato contro il Genoa. A Parma si gioca un pezzo di tricolore, una fetta del sogno che Antonio Conte ha trasformato in realtà . Il pareggio contro i liguri ha fatto traballare qualche certezza, ma non ha incrinato la convinzione. Il Napoli può farcela, ha il destino delle sue mani, ma non può più sbagliare.
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— Napolicalcionews.it (@NCN_it) May 16, 2025
E come tutti gli allenatori saggi ed esperti, nel momento della verità Conte si affida ai senatori. A quelli che non tremano, che sono abituati alle battaglie importanti. Quelli che garantiscono un rendimento certo e possono trascinare gli altri. Lukaku, McTominay, Di Lorenzo: tre nomi, tre colonne, tre destini intrecciati a quelli di una squadra che è a un passo dal traguardo.

Sono loro a dover trascinare gli azzurri nel fortino di una squadra affamata di salvezza. Il Parma è in lotta per non retrocedere e venderà cara la pelle, ma il Napoli ha una missione più grande: regalare a un’intera città la quarta, immensa gioia della sua storia. Dopo l’era di Maradona, è arrivata quella dei grandi Mister: prima Spalletti, ora Conte. Sono loro ad avere portato quel “qualcosa in più” che ha portato gli azzurri così in alto.
Per la trasferta di Parma, Conte dovrà fare a meno di qualche titolare, ma ha anche un jolly da giocarsi a partita in corso: David Neres, l’uomo da gettare nella mischia quando bisogna scardinare le difese, quando serve l’idea diversa, lo spunto geniale. Il brasiliano, appena rientrato da un infortunio, è ancora lontano dalla forma migliore, e Conte non lo rischierà dal primo minuto. Ma una mezz’ora, quella sì, se ci sarà bisogno può giocarla. E può bastare.
Contro il Genoa era entrato bene, con un assist che avrebbe meritato miglior sorte, se Billing non lo avesse sprecato malamente al 93’. La sensazione è che il tecnico stia dosando le munizioni: sa che la gara col Parma sarà ruvida, fatta di pochi episodi, e che un lampo può valere un campionato. Quella mezz’ora di Neres, se ben calibrata, può essere l’arma decisiva.

A inizio stagione, parlare di scudetto sembrava troppo. L’ambiente era provato dalla pessima stagione precedente, il gruppo da rinsaldare, l’identità da riscoprire. Conte ci ha messo il solito impasto di ossessione e rigore. Ha chiesto sudore, e ora chiede forza d’animo e coraggio.
Senza Buongiorno e Lobotka, ancora fermi ai box, i margini di errore sono ridotti all’osso. Ma c’è un gruppo che non ha paura. E c’è un allenatore che non ha mai smesso di crederci. Domenica sera, a Parma, il Napoli andrà a prendersi quello per cui ha lottato un anno intero. Senza tremare, con la sicurezza dei forti.
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