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Milan, cosa si sono detti Furlani e Tare: le indiscrezioni (e spuntano i nomi per la panchina)

Milan, un primo incontro, quattro ore di confronto e un’idea in costruzione. Giorgio Furlani e Igli Tare si sono visti per la prima volta, e a Milano già si mormora: sarà l’inizio di un sodalizio duraturo? Magari due anni con opzione per un terzo, come si usa nei contratti. Per ora siamo solo al primo atto, ma le idee non mancano.

Al centro della discussione, il Milan che verrà. E soprattutto, l’allenatore del futuro. Sì, perché Furlani e Tare hanno messo sul tavolo almeno tre nomi per la panchina della stagione 2025-26: Massimiliano Allegri, Vincenzo Italiano e, con minor enfasi, Cesc Fabregas.

Prima di parlare di panchina, però, serve un punto fermo sulla figura del nuovo direttore sportivo. Furlani ha voluto incontrare Tare per valutarne il profilo, apprezzarne l’esperienza, capire se le visioni coincidono. Non c’è stata, però, alcuna chiusura definitiva: l’ex Lazio è uno dei candidati, ma il casting continua, con nuovi incontri previsti dopo Pasqua.

Il Milan cerca un uomo con esperienza in Serie A, abituato a condividere responsabilità, capace di incidere nelle scelte chiave. L’allenatore, naturalmente, è una di queste. Tra i nomi emersi, il più pesante è quello di Allegri. Il tecnico livornese, che al Milan ha già vinto uno scudetto, accetterebbe con piacere di tornare a Milanello — se ci saranno le condizioni giuste.

La sua esperienza, il carisma e la capacità di gestire gruppi complessi lo rendono un candidato credibile e solido, specie in un momento in cui il club ha bisogno di leadership riconoscibile.

Milan, il nuovo Mister fra passato e futuro

Se Allegri è il nome del passato, Vincenzo Italiano quello del futuro. I suoi risultati parlano per lui: promozioni con Trapani e Spezia, tre finali raggiunte con la Fiorentina e un’ottima stagione in corso con il Bologna. Un tecnico metodico, brillante, che fa crescere le sue squadre passo dopo passo. Furlani e Tare ne hanno parlato a lungo: entrambi ne sono convinti estimatori.

Infine, un nome fuori dal coro: Cesc Fabregas. Al Como sta sorprendendo: non solo allena, ma partecipa attivamente alla costruzione della squadra, prende decisioni rapide, dà un’identità chiara al gruppo. Il legame con il club lariano però è forte, e un altro anno in riva al lago potrebbe essere il passaggio naturale per la sua crescita.

Non c’è ancora una scelta definitiva, insomma, né per il Ds né per il nuovo Mister. Prima servirà un secondo incontro con Tare, o magari un primo con qualcun altro. Il Milan ha imboccato la via della rifondazione tecnica e non vuole correre: la sensazione è che la dirigenza voglia scegliere bene, non scegliere in fretta.

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