Mark Spitz è stata la prima vera leggenda del nuoto mondiale. Passato alla storia per i 7 ori olimpici vinti alle Olimpiadi di Monaco nel 1972, è stato soprannominato “Il granchio” per via di un rollio evidente nello stile libero. Soltanto Michael Phelps è riuscito a battere il suo record, conquistando otto medaglie ai Giochi Olimpici di Pechino 2008. E’ stato nominato Nuotatore dell’anno nel 1969, 1971 e 1972 dalla rivista statunitense Swimming World Magazine ed è stato inserito nella International Swimming Hall of Fame nel 1977. Andiamo quindi a scoprire di più sulla leggenda del nuoto mondiale Mark “Il granchio” Spitz.
Le origini
Mark Andrew Spitz nasce a Modesto, in California, il 10 febbraio 1950. All’età di quattro anni si trasferisce insieme alla famiglia alle isole Hawaii, dove inizia a nuotare sotto insegnamento del padre Arnold, che gli ripete fin da subito una frase divenuta poi iconica: “Nuotare non è tutto, vincere lo è“. I primi anni di vita li trascorre tra le Hawaii, Sacramento e Santa Clara. Il rapporto con il nuoto inizia a diventare serio all’età di nove anni, quando si iscrive alla Arden Hills Swim Club, dove conosce il suo primo coach, Sherm Chavoor.
Il padre è ossessionato dal nuoto e coltiva il grande desiderio di vedere il figlio Mark diventare un campione ed è per questo motivo che la famiglia si trasferisce a Santa Clara per iscrivere il figlio alla Santa Clara Swim Club. Nel 1967, a 17 anni, ottiene i primi risultati: Spitz partecipa alla V edizione dei Giochi PanAmericani a Winnipeg, in Canada e vince ben 5 ori (100 e 200 farfalla e nelle staffette 4x100sl, 4x200sl e 4x100misti), stabilendo anche due nuovi record mondiali: nei 100 e nei 200 farfalla.
Le medaglie olimpiche
Nel 1968 Spitz partecipa alle Olimpiadi di Città del Messico. L’obiettivo è quello di fare bottino pieno come l’anno precedente, ma l’impresa sfuma e il bilancio finale recita 2 ori nelle staffette 4×100 e 4×200 stile libero, un argento nei 100 farfalla e un bronzo nei 100 stile libero. Ai Giochi in Messico Spitz ha incontrato più di una difficoltà: l’altitudine (a cui non era abituato), le rigide temperature messicane, la giovane età e anche le origini ebree. E’ stato infatti oggetto di episodi di bullismo antisemita da parte dei suoi compagni di squadra.
Nel 1972 Mark ha una nuova chance con i Giochi di Monaco. All’età di 22 anni è pronto per scrivere la storia e registrare il record di medaglie che fino a quel momento apparteneva al nuotatore Donald Arthur Schollander che ai Giochi Olimpici di Tokyo 1964 aveva vinto 4 ori. Il primo oro Spitz lo vince nella finale dei 200 metri farfalla, stabilendo anche in 2’00″70 il nuovo record mondiale sulla distanza. Poi nella 4x100sl con il team USA porta a casa il secondo oro, anche questa volta con record mondiale. Il terzo oro arriva nei 200 sl, sempre con tanto di record mondiale.
Poi è la volta dei 100 metri farfalla e della 4x200sl: vince in entrambe le distanze stabilendo due nuovi record mondiali. La gara regina è quella dei 100 sl e Mark la vince in 51″22, stabilendo il nuovo record mondiale. Il gran finale arriva con la staffetta 4×100 mista statunitense: settimo oro olimpico e settimo record mondiale. 7 medaglie d’oro e 7 record del mondo in tutte e 7 le gare da partecipante: un risultato che fa entrare Mark Spitz nell’olimpo del nuoto mondiale. Il record di 7 ori nella stessa edizione delle Olimpiadi è stato battuto solamente dallo Squalo di Baltimora Michael Phelps, che a Pechino 2008 è riuscito vincere ben 8 ori.
Cosa fa oggi Mark Spitz ?
Dopo le Olimpiadi di Monaco, Spitz decide di abbandonare il nuoto a soli 22 anni: “Che cosa potrei fare di più? Mi sento come un fabbricante di automobili che ha costruito una macchina perfetta“. Dopo aver lasciato lo sport agonistico, diventa uomo-immagine di numerosi sponsor e fa anche qualche comparsa nelle produzioni di Hollywood. Il suo ritiro improvviso a suscitato numerosi sospetti e speculazioni, a tal punto che Mark infastidito dalle voci decide di prepararsi per i giochi olimpici di Barcellona 1992, a 42 anni suonati. Dietro questa scelta c’è anche la promessa da parte del produttore cinematografico Bud Greenspan di pagargli un milione di dollari qualora fosse riuscito nell’impresa. Ai Trials però – ripreso dalle telecamere di Greenspan – non riesce a raggiungere il tempo necessario per la qualificazione.
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