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Ma quanto è forte Sinner? Scopriamolo attraverso le parole dei suoi avversari: “Alieno!”

La crescita di Jannik Sinner negli ultimi due anni è stata impressionante. Da giovane promessa del tennis mondiale a numero 1 del ranking, l’altoatesino è diventato un vero incubo per i suoi avversari. La sua continuità, la freddezza nei momenti decisivi e la capacità di alzare il livello quando conta lo hanno trasformato in un campione che incute rispetto e timore.

Le conferenze stampa post-match raccontano meglio di ogni statistica l’effetto devastante che oggi Sinner ha sul circuito. Basta ascoltare le parole dei colleghi per capire quanto il suo dominio sia ormai consolidato. Lorenzo Musetti, eliminato agli Us Open, non ha avuto dubbi: “Jannik è opprimente, non ti lascia mai spazio”. Un giudizio che fotografa la sensazione di impotenza provata da tanti in questo 2025.

Più colorito Sascha Bublik, che dopo la sconfitta ha scherzato con lui a rete: “Tu sei il goat!“. Nei giorni successivi, sui social, il kazako ha rincarato la dose, definendolo “generato con le AI”, come se fosse la perfezione tennistica generata da un algoritmo.

Anche Terence Atmane, sorpresa del Masters 1000 di Cincinnati, si è arreso con un sorriso amaro: “È un alieno, non potevo fare di più“. Lo stesso francese, alla vigilia, aveva provato a convincersi che Sinner fosse “solo un uomo con due braccia e due gambe”, salvo poi ammettere che è “il giocatore più incredibile che abbia mai visto“. (continua dopo la foto)

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Non meno significativa la parabola di Adrian Mannarino. Quando esplose la vicenda del Clostebol, fu uno dei più critici verso l’azzurro. Ma il campo ha imposto un’altra verità: eliminato a Cincinnati, il francese ha cambiato prospettiva. “È entrato in un’altra dimensione. Anche quando sbaglia non trovi mai il modo di fargli male”. Un dietrofront che la dice lunga sul rispetto guadagnato da Jannik.

Neppure i migliori riescono a negare la sua superiorità. Carlos Alcaraz, battuto a Wimbledon, si è lasciato andare con il suo angolo durante la finale: “Da fondo campo gioca meglio di me“. Poche ore dopo, a mente fredda, lo ha confermato in un’intervista: “Jannik è stato straordinario“.

Altrettanto diretto Ben Shelton, travolto sempre sull’erba londinese: “Vi giuro, con Sinner è frustrante. Non ho mai visto nessuno colpire la palla così forte”. Persino chi riesce a strappare un solo game, come lo spagnolo Pedro Martinez, festeggia come se fosse un trionfo, consapevole che contro di lui ogni punto è un’impresa.

Frustrazione, ironia, ammirazione: i sentimenti degli avversari descrivono meglio di qualsiasi analisi l’impatto del numero 1 del mondo. Sinner oggi è un tennista vincente e un punto di riferimento che ridefinisce gli standard di gioco. Per alcuni è un alieno, per altri un’intelligenza artificiale applicata al tennis. Di certo, per tutti, è diventato il rivale più difficile da affrontare.

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