x

x

Vai al contenuto

Kata scomparsa, uno degli indagati confessa: cosa c’era nei borsoni

Gli inquirenti che seguono il caso di Kata, la bambina peruviana scomparsa lo scorso 10 giugno dall’ex hotel Astor a Firenze, hanno interrogato nelle scorse ore, uno dei cinque indagati per la sparizione della piccola. Quest’uomo, il giorno della scomparsa di Kata, è stato visto uscire con una valigia, per poi fare rientro nell’edificio circa due ore dopo, attorno alle 21.49, sempre con la stessa valigia. Che vi abbia nascosto la bambina? Sarà l’esame del Dna effettuato sui borsoni a mettere in chiaro le cose. (Continua dopo le foto)

Leggi anche: Meteo, addio estate: come sarà il prossimo inverno?

Leggi anche: Tragedia di Torino, il racconto dei testimoni: cosa hanno fatto i genitori della bimba

Kata scomparsa, cosa c’era nei borsoni: le parole degli indagati

L’uomo, davanti agli inquirenti, ha dichiarato di essere estraneo a tutto ciò che riguarda la sparizione della bambina. “Sono innocente, in quel borsone c’erano soltanto vestiti da lavare”, avrebbe dichiarato alle autorità. Lo scorso 10 giugno, giorno della scomparsa della piccola, era stato ripreso mentre lasciava l’edificio con un grosso borsone, per poi farvi rientro circa due ore dopo, attorno alle 21.49, sempre munito di valigia. Secondo quanto dichiarato però, lui non avrebbe avuto mai niente a che fare con la famiglia di Kata. Secondo gli inquirenti però, in quella valigia poteva benissimo entrarci la bambina. Anche una donna di origine romena che si occupava della gestione dello stabile, Lidia è stata interrogata. “Non so niente, quel giorno dormivo perché avevo fatto la chemioterapia. Quando ho saputo della scomparsa della bambina anche io mi sono messa con la mamma e gli altri a cercarla”, ha affermato. (Continua dopo le foto)

Leggi anche: Tragedia di Torino, spunta un’ipotesi dietro lo schianto dell’aereo: cos’è successo

Leggi anche: Tragedia di Torino, ecco chi è il pilota delle Frecce Tricolori che si è schiantato

L’esame del Dna e il nuovo sopralluogo

Sembra quindi che nessuno sapesse nulla sulla sparizione di Kata, anche se gli inquirenti sono ancora convinti che la faccenda sia legata proprio all’ex hotel. Visto che al momento nessuno ha fornito piste convincenti, si procederà, nei prossimi giorni, con nuovi accertamenti. Oltre all’esame del Dna sui borsoni e dei rubinetti delle stanze degli indagati dove erano state rinvenute tracce biologiche, una nuova perlustrazione dell’Astor. Questa volta la ricerca nella struttura verrà effettuata con strumenti all’avanguardia a con degli specialisti per escludere una volta per tutte che Kata si trovi all’interno dello stabile. (Continua dopo le foto)

La pista dello scambio di persona

Intanto gli inquirenti attendono di effettuare delle verifiche anche in Perù. Dalla procura di Firenze sono partite le richieste per gli interrogatori di 13 persone, tramite rogatoria. Per ora l’ipotesi più accreditata sembra essere quella dello scambio di persona. Secondo gli inquirenti, la bambina potrebbe essere stata rapita al posto di un’altra. Il vero obiettivo sarebbe la figlia di un narcotrafficante che non avrebbe sanato i suoi debiti di droga e che ora sarebbe detenuto in Perù nello stesso carcere in cui si trova anche lo zio paterno di Kata, tra gli indagati. Intanto la famiglia di Kata dichiara l’innocenza di quest’ultimo.