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La differenza fra Inter e Napoli spiega molto: 15.000 minuti, o se preferite 250 ore

Il dato fa impressione: quando si parla di Inter e di stanchezza per la lotta scudetto, bisogna innanzitutto leggere i numeri. Secondo un’analisi della Gazzetta dello Sport, sono quindicimila (15.000) minuti in più. Si tratta del tempo complessivo giocato dai calciatori dell’Inter in questa stagione, rispetto ai colleghi del Napoli. Questo numero diventa quasi una sentenza: mezzo campionato in più nelle gambe. Una zavorra cronica che pesa come piombo nella rincorsa tricolore.

50.417 minuti contro 35.640: questi sono i due numeri impressionanti. Da una parte Simone Inzaghi, che ha spremuto fino all’ultima goccia ogni muscolo a disposizione pur di tenere l’Inter competitiva su tutti i fronti. Dall’altra Antonio Conte, che ha potuto distribuire il carico su una stagione più lineare, dove le energie sono state spese con maggior parsimonia. E ora il conto da pagare per i nerazzurri è salato. (continua dopo la foto)

Simone Inzaghi quella parola non vuole sentirla. La rifiuta perché non vuole alibi e per spronare i giocatori. Ha scelto – come le grandi d’Europa – di giocarsi tutto. Anche a costo di arrivare con la benzina in riserva. L’Inter è alla 51ª partita ufficiale stagionale, tra Serie A, coppe e Supercoppa. Il Napoli si è fermato a 36. Quindici partite in meno, un abisso.

Il segnale più chiaro arriva dal minutaggio dei singoli giocatori. Sommer, naturalmente, guida la classifica interna con 3.870 minuti, ma subito dietro c’è Bastoni con 3.455, e il capitano Lautaro Martinez con 3.435. Poi vengono Barella (3.242), Mkhitaryan (3.200) e Thuram (3.004): insostituibili nel 3-5-2 di Inzaghi, macinano chilometri da agosto.

E quando anche uno solo manca, l’Inter cambia faccia. Non è solo una questione di qualità: è identità. Ecco perché i cambi, le rotazioni, gli esperimenti, spesso sembrano lussi che il tecnico non può permettersi. Ecco perché, quando si parla di “panchina lunga” si dice una mezza bugia, perché per essere veramente competitivi qualcuno è stato costretto a giocare quasi sempre. (continua dopo la foto)

Dall’altra parte, il Napoli ha numeri molto diversi. Solo Rrahmani ha superato quota tremila minuti (3.046), e nessun altro. Di Lorenzo si è fermato a 2.988, Lobotka e Meret sono fermi a 2.646, Politano e Anguissa appena sopra quota 2.500. La squadra di Conte ha corso meno, sudato meno, e pagato meno in termini di ritmo e intensità. E ora, negli ultimi 450 minuti decisivi della stagione, avrà energie in più da spendere.

Per l’Inter però il discorso è complicato. Ci sono ancora 180 minuti europei da giocare – a partire dalla semifinale con il Barcellona – e magari altri ancora, se compie un’impresa difficilissima e arriva fino in fondo. Inzaghi ci spera, ma la squadra è stremata. Se riuscisse a portare a casa qualcosa di importante, sarebbe davvero un grande merito per allenatore e giocatori, che hanno giocato da big senza avere le risorse dei grandi club europei.

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