
Isaac Del Toro ha indossato per la prima volta la maglia rosa al Giro d’Italia 2025: è il primo messicano della storia a indossarla. Un predestinato che arriva dal mare, con le gambe forti e la testa ancora di più. Questa è la storia di un ragazzo che ha lasciato tutto per rincorrere un sogno: conquistare il mondo in bicicletta.
Isaac del Toro, la prima maglia rosa messicana della storia del #Giro d'Italia 🩷🇲🇽
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Per capire chi è il campione messicano bisogna pensare innanzitutto a tutto quello che ha perso. Alla casa sul mare, agli amici, all’adolescenza. Solo così potete capire quanta fame di vittoria porti dentro Isaac Del Toro, detto El Torito. E no, non è un soprannome dato a caso, ma ritrae la determinazione feroce di questo corridore.
A Ensenada, Baja California, si respira salsedine e si vive di notte. Surf, calcio e baseball: sport da spiaggia, sport da rumore, sport da branco. Non certo terra da salite. Eppure, proprio lì, in quel porto messicano a due passi da San Diego, è sbocciato uno dei più promettenti grimpeur del nuovo ciclismo mondiale.
“Mia madre voleva dei figli atletici”, racconta Isaac. Suo padre, Jo Toro, era stato ciclista. Suo fratello Angel pedalava già. Così lui, che a sette anni guardava il Tour de France incantato da Quintana e Froome, ha deciso di provarci. Senza scorciatoie, con un impegno certosino: una dieta da pro, salite impossibili, e l’ossessione per il miglioramento.
A quindici anni, il bivio. Restare in Messico significava rinunciare al sogno. Lasciò tutto. Famiglia, scuola, amici. Scelse l’Europa, la AR Monex, e un gruppo di giovani corridori messicani. Poi arrivò il buio. La pandemia, lo stop, il ritorno forzato a casa.
Ma il peggio doveva ancora venire: una caduta prima del Tour de l’Avenir 2022, una frattura al femore, venti giorni in ospedale, sette mesi senza bici, il terrore che tutto fosse finito. “Il dubbio è sempre lì“, ammette oggi. “Nel ciclismo non c’è niente di garantito. Si può forare, cadere. Niente è certo”.
Giro d’Italia, il sogno di Isaac Del Toro
Un anno dopo, torna. E stravince. Prima il podio al Valle d’Aosta, poi il trionfo al Tour de l’Avenir 2023, la corsa dei futuri campioni. Sul Col de la Loze, stacca Riccitello, Piganzoli e Pellizzari. Nella tappa finale, sull’Iseran, si prende la classifica generale. “Non mi ero allenato per il secondo posto“, dice. E non è solo una frase. È una filosofia di vita.
Quel giorno, il governatore della Baja California gli fa i complimenti pubblicamente. Ma Jo Toro, suo padre, lo gela: “Non ha ricevuto un centesimo da loro. Quei complimenti sono sgraditi“. Il carattere, si capisce, non è un optional, ma una caratteristica di famiglia.
Isaac lo sa. Il talento è importante. Ma senza anima, non si scala l’Iseran. Senza fede, non si torna in bici dopo un femore spezzato. Senza follia, non si lascia il mare per inseguire le nuvole. Perché Del Toro, il Torito, non viene dalla montagna. Viene dal mare. Ma sogna le vette. E il suo percorso, oggi, è appena cominciato.
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