
Il sistema Halo è un dispositivo di sicurezza introdotto in Formula 1 nel 2018 per proteggere la testa dei piloti da detriti o impatti con altri veicoli. L’Halo si è dimostrato estremamente efficace, salvando la vita a diversi piloti in incidenti gravi.
Cos’è il sistema Halo: una definizione semplice
Il sistema Halo è un dispositivo di sicurezza introdotto nel mondo della Formula 1 e in altre categorie del motorsport con l’obiettivo di proteggere la testa dei piloti. Si tratta di una struttura semicircolare in titanio che circonda il cockpit aperto delle monoposto, ancorata al telaio in tre punti. Il design del sistema è pensato per deviare oggetti di grandi dimensioni e assorbire impatti violenti, salvaguardando così l’integrità fisica del conducente.
A prima vista, l’Halo può sembrare un semplice arco sopra la testa del pilota, ma dietro quella forma apparentemente semplice si cela una struttura capace di resistere a forze pari a diverse tonnellate. Il nome “Halo” (aureola) deriva proprio dalla sua forma ad arco che circonda il casco, ricordando l’immagine classica delle aureole nei dipinti. Nonostante le critiche iniziali per motivi estetici e di visibilità, oggi è considerato uno dei dispositivi più importanti mai introdotti in Formula 1 in termini di sicurezza. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Perché è stato introdotto: sicurezza prima di tutto
L’introduzione dell’Halo è stata motivata da una serie di incidenti che hanno messo in evidenza quanto la parte superiore del corpo dei piloti – in particolare la testa – fosse vulnerabile nelle vetture a ruote scoperte. Gli episodi in cui detriti, gomme o intere vetture hanno colpito i piloti hanno portato la FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) a cercare soluzioni efficaci.
Tra i casi che hanno spinto verso questa direzione, si ricorda l’incidente mortale di Henry Surtees in Formula 2 nel 2009, colpito da una ruota vagante, e quello di Felipe Massa nel 2009, colpito da una molla durante le qualifiche del GP d’Ungheria. Entrambi evidenziarono la necessità urgente di aumentare la protezione frontale del casco.
Dopo anni di studi e test, l’Halo è stato reso obbligatorio a partire dalla stagione 2018 in Formula 1. La sua introduzione ha rappresentato un punto di svolta nella cultura della sicurezza del motorsport: da un accessorio controverso a un salvavita riconosciuto e celebrato. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Gli incidenti in cui l’Halo ha salvato una vita
L’efficacia dell’Halo non è solo teorica, ma comprovata da numerosi casi reali in cui ha evitato gravi infortuni o addirittura la morte dei piloti. Ecco alcuni degli episodi più noti.
Charles Leclerc (GP Belgio 2018)
Durante la partenza del Gran Premio del Belgio 2018, Nico Hülkenberg ha tamponato Fernando Alonso, che a sua volta è stato sollevato in aria e ha impattato violentemente sulla vettura di Charles Leclerc. Le ruote anteriori della McLaren di Alonso hanno letteralmente “saltato” sopra la testa del monegasco, colpendo l’Halo.
Le immagini ad alta definizione mostrano chiaramente i segni degli pneumatici sul dispositivo di protezione. Senza l’Halo, la ruota avrebbe potuto colpire il casco di Leclerc in pieno. I vertici della FIA e gli stessi piloti hanno riconosciuto all’unanimità che il dispositivo ha svolto un ruolo fondamentale nel proteggere Leclerc da conseguenze potenzialmente fatali.
Romain Grosjean (GP Bahrain 2020)
L’incidente più scioccante che ha visto protagonista l’Halo è avvenuto durante il Gran Premio del Bahrain del 2020. Romain Grosjean, dopo un contatto al primo giro, ha perso il controllo della sua vettura ed è andato a schiantarsi contro le barriere a più di 220 km/h. La macchina si è spezzata in due e ha preso fuoco immediatamente.
Il telaio con il pilota a bordo ha attraversato le barriere, ma l’Halo ha impedito che il casco di Grosjean impattasse direttamente contro i metalli o che fosse colpito dalle lamiere. Nonostante la drammaticità dell’incidente e le ustioni riportate, Grosjean è riuscito a uscire dalla monoposto sulle sue gambe. Senza l’Halo, l’esito sarebbe stato con tutta probabilità tragico.
Lewis Hamilton (Monza 2021)
Un altro episodio emblematico è accaduto nel Gran Premio d’Italia 2021, quando Max Verstappen e Lewis Hamilton si sono scontrati durante la fase di rientro dai box. La Red Bull di Verstappen è letteralmente passata sopra la Mercedes di Hamilton, e una delle ruote posteriori è atterrata proprio sul casco del pilota inglese.
Anche in questo caso, l’Halo ha fatto la differenza: la ruota è stata deviata dall’arco di titanio, evitando un impatto diretto con la testa di Hamilton. Dopo l’incidente, il sette volte campione del mondo ha dichiarato: “L’Halo mi ha salvato la vita”. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Le critiche iniziali e la svolta nell’opinione pubblica
Quando il sistema Halo fu proposto e poi introdotto, le critiche non mancarono. Alcuni piloti, giornalisti e appassionati di motorsport lo definirono “brutto”, “antiestetico” e “contro lo spirito delle corse”. Lamentele legate alla visibilità, al design e al peso vennero sollevate da diversi ambienti, incluso lo stesso Sebastian Vettel, che inizialmente non ne era entusiasta.
Molti ritenevano che un cockpit chiuso o semi-chiuso avrebbe snaturato la Formula 1, alterando l’estetica delle monoposto e rompendo con la tradizione. Altri temevano che, in caso di ribaltamento o incendio, l’Halo avrebbe potuto intrappolare il pilota all’interno dell’abitacolo.
Tuttavia, il tempo e i fatti hanno parlato più forte delle critiche. Dopo gli incidenti di Leclerc, Grosjean e Hamilton, l’opinione pubblica ha cominciato a cambiare radicalmente. I piloti che un tempo si opponevano al sistema sono diventati tra i suoi più convinti sostenitori. Oggi, nessuno mette più in discussione l’importanza dell’Halo: è diventato un simbolo di progresso e di rispetto per la vita nel motorsport. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Il futuro della sicurezza: oltre l’Halo
Nonostante i successi dell’Halo, la ricerca per migliorare la sicurezza nelle corse automobilistiche non si ferma. La FIA e i costruttori stanno già lavorando a nuove tecnologie che possano affiancare o evolvere ulteriormente l’attuale sistema.
Una delle soluzioni alternative è l’Aeroscreen, adottato dalla IndyCar a partire dal 2020. Si tratta di un parabrezza in policarbonato trasparente montato sopra una struttura simile all’Halo, che offre una protezione ancora più completa contro piccoli detriti e agenti atmosferici. L’Aeroscreen, sviluppato da Red Bull Advanced Technologies in collaborazione con la FIA, ha già dato ottimi risultati, anche se comporta sfide diverse in termini di aerodinamica e ventilazione.
Oltre all’evoluzione del sistema Halo, si studiano telai sempre più resistenti, nuove leghe di materiali e sistemi di ritenzione ancora più efficienti. Anche la tuta e il casco dei piloti sono oggetto di continua innovazione: ignifughi, leggeri e in grado di resistere a temperature estreme.
In conclusione, l’Halo rappresenta solo un tassello di un puzzle molto più ampio. La sua introduzione ha salvato vite e ha aperto la strada a un nuovo modo di concepire la sicurezza nel motorsport. Ma il futuro guarda ancora oltre, con l’obiettivo di rendere le corse sempre più spettacolari, sì, ma mai a scapito della vita dei protagonisti in pista.
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