
Il paddock della Formula 1 è in fermento, e la Red Bull sta per scrivere l’ennesima pagina di una storia fatta di audaci cambiamenti e scelte coraggiose. Sembra infatti imminente l’ufficializzazione di Yuki Tsunoda come compagno di Max Verstappen nel team di Milton Keynes, un passaggio che potrebbe concretizzarsi già nel Gran Premio di casa di Honda, a Suzuka. Ma dietro l’angolo ci sono altri possibili scenari che potrebbero coinvolgere altri protagonisti, tra cui il giovane argentino Franco Colapinto.
Formula 1. Yuki Tsunoda ufficiale in Red Bull da Suzuka: ma come se la caverà al fianco di Max Verstappen? – Formula 1 – https://t.co/ea9jkuihdy https://t.co/jK7qSMLxSK
— Automoto.it (@Automoto_it) March 27, 2025
La Red Bull è una famiglia esclusiva. Lo ha sempre detto Helmut Marko, e lo ha dimostrato a più riprese con le sue decisioni spietate e dirette. L’accesso alla squadra principale non è mai una questione di fortuna, ma una ricompensa per chi ha dimostrato di avere i numeri, prima nelle serie minori e poi in Toro Rosso, oggi AlphaTauri, sotto il binocolo attento dei capi di Milton Keynes.
Una volta dentro, però, la legge è chiara: devi stare al passo con il campione, devi macinare punti, e soprattutto devi essere pronto a metterti dietro la monoposto numero uno, quella di Max Verstappen. Non importa se il talento è indiscusso; se non sei in grado di fare il lavoro, c’è sempre qualcuno pronto a sostituirti.
La stagione in corso sta confermando questa dura realtà. Max Verstappen è a pari punti con la Red Bull: 36. Da parte sua, Tsunoda si trova di fronte a una grande occasione. Le prime due gare del Mondiale hanno rivelato una cosa chiara: non c’è spazio per fare i conti con il tempo, la concorrenza è spietata, e le McLaren, al pari delle altre squadre in crescita, sono ormai una minaccia concreta per il dominio della squadra austriaca.

Tsunoda, che ha avuto un inizio di carriera difficile con AlphaTauri, potrebbe trovare il suo posto. Suzuka sarebbe il palcoscenico perfetto per un esordio che gli permetterebbe di correre per un team che ha sempre fatto della competitività il suo cavallo di battaglia. Il giapponese è cresciuto tanto, e ora potrebbe mostrare a Marko e Horner di avere ciò che serve per far parte della Red Bull a tempo pieno. Ma, come sempre in Red Bull, non c’è spazio per aspettare.
Non solo Tsunoda, però. L’ombra di Franco Colapinto, giovane pilota argentino oggi terzo pilota Alpine, si fa sempre più concreta. Il 2023 ha segnato il suo ingresso in Formula 1, con un esordio che, seppur su una Williams non certo performante, gli ha permesso di conquistare i suoi primi punti. Ma la concorrenza in Alpine, con l’arrivo di Sainz, gli ha chiuso le porte.
Colapinto sa che la Racing Bulls è la vetrina che potrebbe lanciarlo verso il team maggiore. La Red Bull ha sempre mostrato una particolare attenzione a quei talenti che emergono dai team “minori” o che, come nel caso di Tsunoda, hanno un forte legame con la famiglia Red Bull. Faenza è il primo passo, e Colapinto lo sa bene. L’opportunità di entrare nel team, magari come sostituto di Lawson, potrebbe essere l’occasione di una vita.
Formula 1, la “rivoluzione” in Red Bull
Liam Lawson è sempre più ai margini di un progetto che, inizialmente, sembrava esser pensato anche per lui. Non ha ancora conquistato un solo punto in stagione, e la Red Bull sembra già aver tracciato un piano che include un cambio di pilota per il Gran Premio di Giappone.
Se Tsunoda dovesse essere confermato, e Colapinto entrasse in scena come possibile futuro pilota, per Lawson potrebbe essere un duro colpo. Il suo destino potrebbe essere legato a un anno di esperimenti in Racing Bulls, sperando di poter dimostrare il suo valore. Ma se la Red Bull decidesse di andare in una direzione diversa, il suo futuro potrebbe essere a rischio.
La Red Bull non lascia nulla al caso. Tsunoda è l’ultima pedina di un mosaico che ha come obiettivo mantenere il dominio del team. Colapinto, a sua volta, è pronto a raccogliere il testimone, mentre Lawson sconta il cattivo inizio di stagione. La certezza, come sempre, è che il volante della Red Bull è una sedia che si può occupare solo con i risultati.
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