Vai al contenuto
Bonus
Fino a 500€

T&C sul sito leovegas.it

Bonus
100% primo deposito fino a 2.550€

T&C sul sito lottomatica.it

Bonus
Fino a 3.000€

T&C sul sito planetwin365.it

Bonus
Fino a 1.024€

T&C sul sito snai.it

Dentro il grande inizio di stagione dei Detroit Pistons

Malik Beasley

I Detroit Pistons sono una squadra che storicamente ha vissuto molti più bassi che alti, con brevi parentesi di gloria e tanti anni di buio. Solo due stagioni fa, per citare un dato tristemente noto, hanno stabilito il record di sconfitte consecutive in NBA. L’ultimo titolo risale al 2004, mentre le ultime Finals al 2005: da lì in poi, soltanto tre apparizioni ai Playoff, con in mezzo moltissime annate che si possono tranquillamente definire mortificanti per la franchigia.

Ma i Detroit Pistons sono anche una squadre molto, molto orgogliosa. Sono l’ultima squadra a vincere in NBA prima del dominio dei Chicago Bulls, ma anche il team in grado di battere i super-favoriti Los Angeles Lakers di Kobe e Shaq reduci dal three-peat: una compagine, nelle diverse epoche della sua storia, che non ha mai avuto paura di niente e di nessuno, e che ha sempre fatto dei muscoli e dell’hustle il proprio marco di fabbrica. Uno spirito legato in maniera viscerale a un luogo a cui ci si riferisce spesso come Motor City.

Bonus di Benvenuto

Fino a 3.000€

T&C sul sito planetwin365.it

VAI AL SITO
Fino a 3.050€ di bonus

T&C sul sito goldbet.it

VAI AL SITO
100% primo deposito fino a 2.550€

T&C sul sito lottomatica.it

VAI AL SITO
Fino a 1.024€

T&C sul sito snai.it

VAI AL SITO
Fino a 10.800€

T&C sul sito sisal.it

VAI AL SITO
Fino a 500€

T&C sul sito leovegas.it

VAI AL SITO
Fino a 50€

T&C su netbet.it

VAI AL SITO
Il gioco può causare dipendenza patologica ed è vietato ai minori. Percentuali di vincita su ADM e sui siti degli operatori.
Guida ai bonus scommesse: tipologie, requisiti e strategie di utilizzo
Guida alle quote: tipologie, variazioni e quote maggiorate

Ora, tutto questo è confluito una vera e propria legacy: i Detroit Pistons vivono di questa energia, di una narrativa che è molto affascinante quando perdono, ma diventa semplicemente entusiasmante quando vincono. La squadra della Motown al momento si trova al primo posto della Eastern Conference, un primato che da di sangue, sudore e lacrime. E soprattutto, di rivincita.

Muscoli e brutalismo

Il basket di Detroit si è sempre giocato in questo modo: con muscoli ed energia. Non ci sono bei volti da copertina, percentuali pulite o schemi sofisticati. Nel basket positionless di oggi, dove ogni giocatore deve vantare un arsenale il più ampio possibile e saper giocare in modo trasversale, i Pistons sono rimasti fedeli a un gioco sporco, grezzo e votato esclusivamente al risultato.

Ci sono due dati fondamentali per capire di cosa stiamo parlando: in una lega ormai ossessionata dal tiro da 3 punti, i Pistons provano 31.3 triple a partita, un valore che li posiziona al 21esimo posto su 30 in questa graduatoria. Allo stesso tempo, ottengono il 50.1% dei loro punti dal pitturato: sono i primi in tutta l’NBA. Mentre tutti cercano di allargare il campo, quindi, Detroit sta provando a farlo collassare verso il canestro facendo valere i propri muscoli.

Credere in Cade Cunningham

Trovare il motore di questa squadra è piuttosto semplice: parliamo di Cade Cunningham, prima scelta assoluta al Draft 2021 che, dopo anni di traversie, sta finalmente raggiungendo lo status di superstar che merita. Ma non è stato facile: negli anni passati si è trovato spesso a lavorare in un roster disfunzionale e quasi impossibile da valorizzare, dove lui stesso stava vedendo affogare il proprio talento. E in tutto questo, in tanti anni di sconfitte, non si è mai sentita una lamentela o una richiesta di trade: ha creduto nel progetto di Detroit, che di riflesso ha creduto in lui.

Cunningham è il perno ideale di questa squadra, che come abbiamo detto è un team che ama creare caos in centro area e mira al collasso: Cade non ha bisogno di ampi spazi o di vaste traiettorie, e il suo pick and roll è un’arma quasi imbattibile quando innesca i lunghi come Paul Reed e Jalen Duren. In aggiunta, ha uno dei midrange più affidabili di tutta l’NBA (altro fondamentale che oggi sembrava estinto), e questo lo sta portando al livello di All Star che gli appartiene.

Dominare i rimbalzi

Detroit rispetta appieno una delle tante lezioni che Takenori Akagi, uno dei personaggi principali del manga Slam Dunk, impartisce al protagonista Hanamichi Sakuragi: chi è padrone del rimbalzo è padrone della partita. Ed è qui che entra in gioco Jalen Duren, il centro titolare in odore di All Star Game: non solo è quinto in NBA per rimbalzi (12 di media), ma è eccezionale nell’attivare i compagni e volare coast to coast per trasformare anche la più rapida occhiata verso l’area in un canestro da due punti. Subito dietro di lui ci sono Isaiah Stewart, uno dei profili più intimidatori dell’NBA quando si parla di protezione del ferro, e la riserva Paul Reed, che con il suo 18.2 di rebound percentage è nella top 20 nella Lega. Un reparto lunghi che quasi nessuno vorrebbe affrontare.

Mastini da difesa

I Pistons possono permettersi di non dover dominare da tre punti anche perché hanno la seconda miglior difesa di tutta l’NBA. Se vuoi fare un canestro contro di loro te lo devi decisamente sudare. E non ci sono particolari segreti, solo una fanatica aderenza ai fondamentali: pressione a tutto campo, cambi rapidi in difesa, comunicazione vocale tra tutti gli interpreti. Una forma mentis che si traduce nel 43.8% di field goal concessi agli avversari (quarti in tutta la lega) e nel 57.8% di attacchi concessi a canestro (primi in NBA). Ausar Thompson è il nome da segnalare in questo campo, ma vi garantiamo che non c’è un solo membro dei Pistons che non lasci il sangue in difesa.

“Built, not bought”

Sapete qual è la cosa più affascinante di questo straordinario percorso? Che è praticamente tutto fatto in casa. Nel momento in cui Detroit stava siglando il record di 27 sconfitte consecutive, la città sapeva che nessuno sarebbe venuto a salvarli: non c’era nessuna superstar all’orizzonte, nessun free agent di alto profilo desideroso di dare il suo contributo a una franchigia così fuori moda. Allora, il front office dei Pistons ha agito alla vecchia maniera: buone scelte al Draft, veterani esperti e, soprattutto, una cieca fiducia nel talento già a disposizione. E i risultati, adesso, sono sotto gli occhi di tutti.

Leggi anche

Argomenti