Diventare un pilota di Formula 1 è un percorso lungo e impegnativo che richiede talento, determinazione, impegno e una buona dose di fortuna. È importante sottolineare che il percorso per diventare un pilota di Formula 1 può variare da persona a persona, e non ci sono garanzie di successo. È un mondo altamente competitivo e solo i migliori riescono a raggiungere il massimo livello dello sport automobilistico. Molto spesso, i piloti di Formula 1 iniziano la loro carriera nel karting già da bambini, anche a livello amatoriale.
Quanto costa diventare un pilota di Formula 1?
Negli ultimi tempi molti piloti o ex piloti di Formula 1 hanno sottolineato i costi troppo elevati per far crescere le nuove leve. Sul tema si sono esposti Hakkinen, Montoya e Alonso, rimarcando l’impossibilità dei giovani talenti di emergere senza fondi consistenti alle spalle. Anche le licenze possono avere un prezzo dai 70mila euro fino a un milione di euro per quelle più ricercate. Una stagione sui kart costa circa 250mila euro: ciò vuol dire che prima di entrare nelle categorie superiori un ragazzino è pesato sulla propria famiglia per più di un milione di euro. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Non va meglio nella F3 a 1 milione l’anno, per poi arrivare in F2, alle soglie della categoria massima, dove si spendono 2-3 milioni di euro a stagione. Chi esordisce in Formula 1 ha probabilmente già speso dai 5 agli 8 milioni di euro per intraprendere la carriera automobilistica.
Che patente ci vuole per guidare una F1?
Per gareggiare in Formula 1 è necessario aver compiuto già 18 anni (anche se Verstappen fece eccezione ed esordì a 17 anni) e disporre di una Superlicenza FIA. Per ottenere questo tipo di patente è necessario superare un esame sugli aspetti teorici e sul regolamento e conseguire risultati specifici nelle serie minori. In Formula 1 servono 40 punti, un bottino non semplice da ottenere per tutti i piloti. Basti pensare che si può guadagnare 1 punto (fino ad un massimo di 10) per ogni km percorso in prove libere, oppure 40 punti vincendo l’Indycar. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Un’altra possibilità è classificarsi nei primi tre posti del Mondiale di Formula 2 per conquistare 40 punti. Insomma, le richieste sono alte e la licenza viene concessa solo all’elite dei motori. Naturalmente serve anche la classica patente di guida alla portata di tutti i mortali, oltre alla maggiore età . Come detto in precedenza, Verstappen iniziò la carriera prima delle ultime riforme e quindi riuscì a lanciarsi nel mondo Formula 1 con la Toro Rosso a soli 17 anni.
Quanto guadagna un pilota di Formula 1?
I rischi del mestiere sono alti e questo giustifica in parte i grandi incassi del mondo della Formula 1. Le monoposto sfrecciano anche a 300 km/h mettendo a repentaglio la vita dei piloti. Già in passato abbiamo assistito a tragici eventi, come nei casi di Senna e Ratzenberger nel 1994 e di Bianchi nel 2015. Anche per questi motivi i compensi sono spesso milionari e in parte coperti da contratti di sponsorizzazione. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Il percorso di gavetta richiede molti sacrifici e ingenti investimenti, che vengono poi successivamente ripagati da contratti milionari. Michael Schumacher in carriera accumulò circa mezzo miliardo di euro. Secondo quanto riportato da Forbes, Max Verstappen ha guadagnato 70 milioni di dollari in stagione tra ingaggio e bonus legati ai risultati. Hamilton invece si “accontenta” di 55 milioni, mentre il ferrarista Leclerc incassa 19 milioni di dollari. Vanno poi aggiunti introiti da pubblicità , altre tipologie di bonus e dai social network.
Cosa serve per correre in Formula 1?
Il karting offre ai giovani piloti l’opportunità di sviluppare abilità di guida fondamentali, come il controllo della vettura e la capacità di leggere la pista. Dopo aver acquisito esperienza nel karting, i piloti aspiranti passano a competizioni automobilistiche su piste più grandi, come le serie di Formula 4 o le serie nazionali di Formula 3. Queste competizioni offrono ai piloti l’opportunità di gareggiare a livello nazionale e internazionale e di guadagnare visibilità . Successivamente bisogna salire di livello nelle categorie junior. I piloti di successo nelle serie di Formula 4 e Formula 3 possono poi avanzare verso le categorie junior, come la Formula 2 o le serie di Formula Regional. Queste serie sono considerate trampolini di lancio per la Formula 1 e offrono ai piloti l’opportunità di gareggiare in monoposto più potenti e veloci. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Una buona dose di fortuna non guasta. Durante il percorso nelle categorie junior, i piloti devono cercare di distinguersi con prestazioni eccezionali e risultati impressionanti. Questo può attirare l’attenzione dei team di Formula 1 e portare a opportunità di test o sviluppo con i team stessi. Per competere ufficialmente in Formula 1, un pilota deve ottenere una superlicenza, che è rilasciata dalla Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA). Per ottenere la superlicenza, un pilota deve dimostrare di aver avuto successo in diverse serie automobilistiche e di avere un certo livello di esperienza.
Infine l’obiettivo è attirare l’attenzione di un team di Formula 1: ad un pilota può essere offerto un contratto per diventare un pilota titolare o di riserva per il team. Da lì, il pilota avrà l’opportunità di gareggiare sul palcoscenico mondiale della Formula 1. Magari con l’aiuto di qualche sponsor o di qualche manager che può agevolare lo sviluppo della carriera.
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