No ai complotti: “Non parliamo di regie occulte”
De Rensis ha anche preso le distanze da teorie complottiste, che ciclicamente riemergono attorno a casi di cronaca giudiziaria tanto noti e discussi. Per il legale, le indagini vanno rispettate così come vanno rispettate le sentenze, ma ciò non significa che non possano essere riviste alla luce di nuovi elementi. «Non dobbiamo parlare di regie occulte o non occulte. Parlare di regia in un caso come questo è sbagliato comunque la si pensi. Il fondamento di una democrazia e non di una dittatura è che si possa mettere in discussione qualsivoglia cosa. Non esistono uomini intoccabili e azioni intoccabili di uomini intoccabili».

Giustizia, rispetto e dolore: “Chiara e Alberto, due vite segnate”
In chiusura, l’avvocato ha ribadito un principio che per lui resta imprescindibile: la coesistenza del rispetto per la sentenza e per il lavoro della magistratura con la fiducia nel lavoro degli investigatori che stanno conducendo le nuove analisi. «C’è una sentenza che noi rispettiamo, ma c’è un’indagine che dobbiamo rispettare. Il Procuratore Capo, l’Aggiunto, i due Sostituti, i Carabinieri, il professor Previderè ci stanno mettendo un impegno incredibile. Meritano lo stesso rispetto di chi ha emesso la sentenza di condanna», ha chiarito il legale. Poi, l’ultimo pensiero è andato alle due giovani vite spezzate, in modo molto diverso, da quella calda mattina di agosto del 2007: «Chiara era una ragazza meravigliosa, che meritava di vivere la vita meravigliosa che si stava costruendo. Alberto era un bravo ragazzo che meritava anche lui di vivere una vita diversa». Una frase che non pretende giudizi, ma che invita alla riflessione. Perché, a distanza di quasi vent’anni, il delitto di Garlasco continua a fare rumore. E forse, oggi più che mai, serve silenzio per ascoltare la verità.
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