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Napoli, Antonio Conte è veramente incontentabile? La verità è un’altra

Napoli, Antonio Conte non si smentisce mai. Il Mister salentino è un maestro nella capacità di manovrare a suo vantaggio parole e strategie. E i suoi frequenti lamenti non sono frutto di vera insoddisfazione, ma di tattica: l’allenatore del Napoli sa bene che abbassare le aspettative pubbliche significa proteggere la squadra e dare enfasi alle vittorie.

Come fa notare Luigi Garlando in un’analisi pubblicata sulla Gazzetta dello Sport, la comunicazione di Conte, da sempre calibrata, assomiglia a quella di un esperto negoziatore: frasi apparentemente polemiche che, in realtà, rafforzano il gruppo e spostano la pressione sugli avversari.

Se fosse al Liverpool di Arne Slot, Conte probabilmente si sarebbe in qualche modo lamentato anche di un mercato monstre da 510 milioni. E così nel suo Napoli, che dopo quattro turni è già in fuga, usa un basso profilo calcolato. Dopo il successo col Pisa, Conte ha spiegato la sua visione delle cose.

“Altre squadre sono più strutturate di noi. Un mercato importante si fa con acquisti da 50-60 milioni, noi ne abbiamo spesi in media 19-20. Hojlund? Allo United non giocava“. Parole che sembrano freno a mano, ma che puntano in realtà a rafforzare la squadra in vista del primo scontro diretto della stagione contro il lanciatissimo Milan.

Napoli, Antonio Conte e un “gesuita” del calcio

Il tecnico salentino, che già l’anno scorso aveva ricevuto rinforzi di qualità come McTominay, 18° al Pallone d’Oro, dopo un mercato importante completato dalla società quest’estate gestisce un gruppo variegato e profondo che molti colleghi vorrebbero avere a disposizione.

Ma Conte, da abile “gesuita” del calcio, sa che alimentare l’idea di un Napoli “non favorito” significa cementare la compattezza dello spogliatoio e prepararlo alle difficoltà, spiega Garlando. I tifosi partenopei dovrebbero cogliere la mossa: il “chiagne e fotte” è diventato il marchio di fabbrica di un allenatore che, dietro le parole, cela la feroce determinazione di rivincere lo scudetto. E magari non solo quello.

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