
Il Gran Premio d’Austria a Spielberg ha riservato sorprese e insegnamenti, soprattutto per il giovane pilota italiano Andrea Kimi Antonelli. Ma niente paura, ha osservato Stefano Gatti per Sport Mediaset, perché gli errori, a soli 18 anni, servono soprattutto per crescere e sono un passaggio obbligato per una carriera così precoce.
Max Verstappen in Mercedes? Per Kimi Antonelli non sarebbe una buona notizia – https://t.co/xYflvBdTUa
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Un errore alla terza curva, che ha compromesso la sua gara, entra nel bagaglio di esperienza del diciottenne talento della Mercedes. A differenza del quattro volte campione del mondo Max Verstappen, per cui lo stop ha rappresentato un duro colpo, per Antonelli si tratta di una tappa naturale nel suo percorso di crescita.
L’errore commesso non deve essere visto come un fallimento, ma come un momento formativo importante. Antonelli ha già mostrato segnali di grande talento con la pole sprint a Miami e il primo podio in Formula 1 a Montreal. Ora, dopo la penalità di tre posizioni sulla griglia di partenza rimediata a Silverstone, il giovane pilota avrà modo di riflettere sull’accaduto e tornare in pista con ancora più determinazione.
Davanti a lui si profila una nuova occasione per guadagnare posizioni: questa volta, è lecito aspettarsi che sarà più prudente e concreto, pronto a portare a termine la manovra senza danni. Un campione “in the making” sa che gli esami non finiscono mai e che ogni esperienza, anche negativa, serve a migliorare. (continua dopo la foto)

Il GP d’Austria ha mostrato come la Formula 1 attuale sia sempre più dominata da giovani talenti, con la McLaren in evidenza e piloti emergenti come Antonelli che si contendono il podio con avversari agguerriti. Antonelli si è trovato a duellare con Liam Lawson e Gabriel Bortoleto, due rookie promettenti che stanno forgiando il loro percorso nel circus.
Mentre Lawson ha saputo riscattarsi con una prestazione migliore sul circuito di casa Red Bull, Bortoleto, con la sua Sauber di terza fascia, continua a sorprendere crescendo gradualmente in un contesto meno pressante.
Antonelli ha davanti a sé un cammino complesso ma stimolante, e confrontarsi con eredità pesanti non aiuta né lui né chi lo osserva. Il giovane pilota merita di essere giudicato per le sue capacità e la sua determinazione a migliorarsi, senza essere appesantito da paragoni impossibili.
L’errore di Spielberg è solo una tappa: da qui in avanti, il futuro è tutto da scrivere, e Andrea Kimi Antonelli sembra pronto a farlo con grinta e talento.
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