
Tra bronchiti, polmoniti e raffreddori, questo Tour de France sarà ricordato anche per l’insolita ondata di malanni che ha colpito il gruppo. I ritiri aumentano, e i sintomi sono sempre gli stessi. A spiegare il perché ci ha pensato Tadej Pogacar, leader della corsa e voce di uno spogliatoio pieno di fazzoletti.
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— SiciliaReport.it (@Sicilia_Report) July 23, 2025
La notizia più pesante è stata il ritiro di Van der Poel per una polmonite. Ma non è un caso isolato. “Metà del gruppo ha mal di gola, tosse e si soffia il naso”, ha detto Pogacar, evidenziando un problema diffuso e sottovalutato. Il colpevole? Paradossalmente, proprio il caldo.
Non è il clima torrido in sé a far ammalare i corridori, ma i cambi di temperatura causati dall’uso massiccio di aria condizionata e ghiaccio. “Stiamo mettendo ghiaccio ovunque2, ha spiegato la Maglia Gialla, “e poi c’è l’aria condizionata sul palco delle premiazioni. Credo che questo mi abbia causato naso che cola e tosse”.
Il problema nasce dagli sbalzi termici continui, che mettono in difficoltà i meccanismi di termoregolazione del corpo. Il passaggio da ambienti climatizzati a temperature torride può generare problemi respiratori, come il mal di gola, ma anche irrigidimenti muscolari e torcicollo.
L’esposizione prolungata al freddo artificiale, combinata con un sistema immunitario già provato dalla fatica, può facilitare l’insorgenza di infezioni alle vie aeree superiori. L’uso intenso dell’aria condizionata inoltre secca l’ambiente e indebolisce le mucose, rendendole terreno fertile per virus e batteri.
Gli esperti sono chiari: per evitare problemi, la differenza di temperatura tra esterno e interno non dovrebbe mai superare i sei gradi. Una soglia che al Tour, tra climatizzatori, ghiaccio e recupero muscolare forzato, viene regolarmente superata.
Ed è così che il caldo torrido francese si trasforma nel paradosso perfetto: invece di proteggere i corridori, li espone a malanni da pieno inverno. E a pagarne il conto è, ancora una volta, è lo spettacolo.
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