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Sinner, senti Djokovic: “Felice che si sia ispirato a me”

C’è un pizzico di orgoglio paterno nelle parole di Novak Djokovic, che dopo il successo su Kecmanovic ha commentato l’ammissione di Jannik Sinner di essersi ispirato a lui. Lo ha fatto con naturalezza, ma anche con una punta di emozione, ricordando il primo palleggio con l’allora tredicenne altoatesino: “Aveva 13 anni, o forse 14, e già spaccava la palla”.

Un’istantanea nitida, quella evocata da Nole, di un ragazzino magro e con una lunga chioma rossa, ma con una capacità di impatto e un tempismo fuori dal comune, elementi che secondo il campione serbo erano già evidenti da allora.

Il numero uno del mondo, nei giorni scorsi, aveva dichiarato senza mezzi termini: “Djokovic è il principale giocatore a cui guardo, cerco di fare un paio di cose come lui”. Un’affermazione che ha colpito il sette volte vincitore di Wimbledon: “Penso sia abbastanza evidente: in termini di stile di gioco abbiamo parecchie somiglianze. Entrambi cerchiamo di colpire la palla presto, di essere aggressivi, di dominare lo scambio dalla linea di fondo”, ha confermato Nole.

Parole che pesano, dette da chi sta andando a caccia del 25° Slam in carriera, e che certificano non solo il talento di Sinner, ma anche la sua crescita esponenziale. “Ha ridotto tantissimo gli errori gratuiti, è diventato precisissimo”.

“Tiene sempre l’avversario sotto pressione”, ha sottolineato Djokovic, riconoscendo nel giovane azzurro un’evoluzione mentale e tecnica di altissimo livello. “Negli ultimi anni ha fatto un lavoro eccellente, sono felice di averlo potuto influenzare, anche solo in parte”, ha concluso.

La staffetta fra i due è simbolica e forse inevitabile: un passaggio di consegne dal uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi al nuovo protagonista del tennis mondiale. Ma si può star certi che Nole, se i due si troveranno contro in semifinale, farà di tutto per garantirsi un ultimo colpo di coda.

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