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Serie A, che disastro: non si segna più, i numeri sono impietosi

Il campionato italiano di Serie A sta diventando un prodotto sempre meno appetibile. Gli ascolti calano, i diritti TV ne risentono e il motivo è sotto gli occhi di tutti: mancano le emozioni, mancano i gol. Le partite si trascinano, con pochi spunti e tanti tempi morti. L’Italia del pallone, un tempo patria di fuoriclasse e di spettacolo, oggi sembra un torneo chiuso in sé stesso, in cui prevale la paura di sbagliare sulla voglia di vincere.

Cinque anni fa, alla stessa giornata, in Serie A si contavano 355 reti. Oggi siamo fermi a 244, oltre cento in meno. Un abisso. Le squadre segnano poco, i centravanti ancora meno. Rispetto al 2020-21, ogni club ha realizzato in media cinque gol e mezzo in meno, e ogni giornata di campionato ha perso dieci reti rispetto ad allora.

Nel 2020 l’Inter guidava la classifica con 29 gol, tre più del Milan capolista. Oggi i nerazzurri ne hanno 26, ma la Roma seconda ne ha appena 12. È la fotografia di un calcio che si sta asciugando, e non per mancanza di talento: manca coraggio, si pensa troppo a non prenderle. Il dato più deprimente è quello delle partite senza gol: diciassette 0-0 nelle prime undici giornate. Mai, da quando la Serie A è tornata a venti squadre, si era visto tanto vuoto.

Negli ultimi dieci anni la soglia dei 300 gol era stata quasi sempre superata. Ora ci si ferma molto prima. Gli anticipi di venerdì e sabato scorsi sono stati un manifesto del problema: cinque gare, cinque reti totali, di cui quattro solo in Parma-Milan. Il resto, un deserto.

Chi ama i “clean sheet” sarà contento, ma per gli spettatori non c’è molto da esultare. Un pareggio a reti bianche può essere un esercizio di equilibrio tattico, non certo uno spettacolo da vendere all’estero.

C’è un’eredità pesante nella mentalità del calcio italiano. Dalla Juventus di Chiellini, Bonucci e Barzagli in poi, si è diffusa l’idea che la solidità difensiva basti a vincere. ma quella Juventus in attacco segnava eccome. Oggi, invece, quei difensori non ci sono più, e molte squadre restano solo prudenti, senza avere più la qualità per colpire.

Serie A, senza gol non si va lontano

Il risultato è un gioco bloccato, con pochi rischi e troppa paura. Le regole moderne favoriscono gli attaccanti, ma gli allenatori preferiscono i moduli chiusi, la linea bassa, il possesso sterile.

Si segna poco anche perché sono spariti i veri bomber. Gigi Riva e Maradona in questo campionato farebbero quaranta gol, ma oggi mancano i giocatori capaci di cambiare una partita da soli. La Serie A rischia di diventare un campionato in bianco e nero, dove tutto è corretto ma niente emoziona. E per chi deve venderlo nel mondo, questa sì che è la sconfitta più grande.

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