Il momento della verità: spoglio, voti e fumata
Terminata la votazione, si passa allo scrutinio. Le schede vengono contate e, se il numero non coincide con quello degli elettori, tutte vengono bruciate e la sessione annullata. Se il conteggio è corretto, tre scrutatori leggono i nomi: due in silenzio, il terzo ad alta voce. Le schede vengono poi forate e legate con ago e filo, quindi bruciate in una stufa. Se nessun candidato ha raggiunto la maggioranza qualificata dei due terzi, al fuoco viene aggiunta una miscela chimica (perclorato di potassio, antracene e zolfo) per produrre fumo nero. Solo al raggiungimento della maggioranza assoluta si vedrà fumata bianca, segnale dell’Habemus Papam. (Continua dopo le foto)

Massima segretezza e ultimi atti del Conclave
A garanzia dell’inviolabilità del Conclave, tutti i documenti e appunti personali dei cardinali devono essere consegnati e distrutti. Il Camerlengo, insieme ai cardinali assistenti, redige un verbale riservato su ciascuna sessione di voto, che sarà poi consegnato in busta sigillata al nuovo Pontefice. Nessuna informazione, ufficialmente, può trapelare. Come ha ricordato l’esperto vaticanista Andrea Tornielli, “la vera forza del Conclave sta nella sua capacità di mantenere intatto, nei secoli, un equilibrio tra spiritualità, tradizione e responsabilità storica”. Il mondo, intanto, resta col fiato sospeso. Solo una colonna di fumo, visibile dal comignolo della Sistina, dirà se è nato un nuovo Papa.
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