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Nazionale, l’Italia si interroga: siamo davvero così scarsi? “No, ma…”

Italia, è un’analisi lucida e realista, quella firmata da Stefano Agresti sulla Gazzetta dello Sport. La Nazionale di Gattuso può riprendersi il Mondiale, ma dovrà ancora soffrire e crescere, perché il cammino verso il 2026 non sarà semplice. I segnali di rinascita ci sono, ma – avverte Agresti – servono equilibrio, continuità e una buona dose di fortuna per evitare gli incubi già vissuti nel 2017 e nel 2022.

Il giornalista sottolinea come la Nazionale, nonostante il 3-0 contro Israele, non sia ancora guarita del tutto: “Il bello viene ora. E speriamo che sia bello davvero”, scrive, ricordando che la qualificazione passerà dai playoff di marzo, un percorso pieno di insidie, con semifinale e possibile finale in trasferta.

“Troveremo avversari più deboli di noi, ma dovremo essere bravi, migliori di come siamo stati finora”, osserva Agresti, ricordando che gli spareggi non perdonano. L’analisi punta il dito anche sui rischi concreti di questo percorso: in semifinale l’Italia potrebbe ritrovarsi davanti i fantasmi del passato, come Svezia o Macedonia del Nord. (continua dopo la foto)

estonia-italia pagelle

Se riuscisse a passare in finale, invece, Gattuso potrebbe trovarsi di fronte Scozia, Slovacchia, Albania o Ungheria: forse in casa loro al ritorno, e sarebbe un problema. Un contesto tutt’altro che agevole, spiega Agresti, che invita a tenere alta la guardia: “L’America ci aspetta, ma dobbiamo essere noi a prendercela”.

Un capitolo a parte meritano i segnali positivi arrivati dalle ultime due partite. Agresti evidenzia come il sorriso azzurro nasca soprattutto dai progressi in attacco: “In Estonia hanno segnato tutti e tre i centravanti, Kean, Retegui ed Esposito“, scrive Agresti.

“E contro Israele è stato ancora Retegui a trascinare la squadra con un rigore procurato e una rete splendida”. Il giornalista però non dimentica il contributo decisivo di Donnarumma, che ha salvato il risultato nei momenti cruciali, segno che la fase difensiva resta da sistemare. (continua dopo la foto)

Nel finale, Agresti lascia spazio a una nota di fiducia, pur senza cedere all’entusiasmo. “Dobbiamo partire da una base di ottimismo”, scrive, ricordando che l’Italia ha ancora un gruppo pieno di giocatori di valore internazionale: da Donnarumma a Bastoni e Calafiori, da Barella e Tonali fino a Dimarco, Politano, Di Lorenzo e Mancini.

Il merito di Gattuso, secondo Agresti, è quello di aver riportato normalità e concretezza, puntando su idee semplici e di buon senso. “L’idea del doppio centravanti è di un pragmatismo ammirevole”, commenta, spiegando che il ct ha scelto la via più logica: valorizzare chi segna, piuttosto che insistere su esterni o trequartisti non all’altezza.

Il giornalista chiude con un auspicio che è insieme monito e speranza: “Il buon senso è al servizio della Nazionale. Speriamo che sia sufficiente”.

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