
Il Milan può risorgere a Pasqua. Trattandosi del “Diavolo” può sembrare un po’ azzardato, ma qui si parla di un ambito puramente sportivo e ci può stare. In questi giorni si gioca infatti una partita fondamentale che riguarda la futura struttura dirigenziale, la panchina e la squadra. Dopo settimane di sondaggi e colloqui riservati, siamo arrivati al momento della verità: Furlani incontrerà Igli Tare, tra oggi e domani, e deciderà se l’ex uomo mercato della Lazio è il nome giusto per il ruolo di Ds.
🇦🇱 #Tare in pole per il #Milan
— SempreMilanIT (@SempreMilanit) April 14, 2025
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La candidatura di Tare è il frutto di un percorso ben definito. Il primo incontro, a Londra, con Cardinale e Ibrahimovic, ha avviato una trattativa silenziosa ma concreta. Diciotto anni alla Lazio, di cui quindici da direttore sportivo, con tre Coppe Italia e tre Supercoppe in bacheca: quello di Tare è un profilo esperto, capace di lavorare in team e di adattarsi a strutture dirigenziali complesse.
Sono caratteristiche fondamentali per il Milan di oggi, dove l’organigramma prevede figure complementari e una catena di comando abbastanza complicata: Moncada, che resterebbe ma in un ruolo defilato; Ibrahimovic, sempre più coinvolto come figura strategica e di immagine; e ovviamente Furlani, l’uomo delle firme e delle decisioni finali.

In queste settimane il Milan ha fatto il giro del mondo (letteralmente) per valutare altri candidati: Paratici, D’Amico, Manna, Sartori, fino ai profili internazionali come Thiago Scuro e Krosche. Ma alla fine il cerchio si è chiuso intorno a Tare, non solo per merito, ma anche per opportunità: è l’unico senza contratto, e dunque pronto a mettersi subito al lavoro.
Nessun vincolo, nessuna attesa. Ora che Furlani, dopo il viaggio a New York, ha ottenuto da Cardinale pieno mandato, tutto potrebbe concludersi con un sì entro poche ore. E se Tare dovesse davvero diventare il nuovo direttore sportivo del Milan, il passo successivo sarebbe la scelta dell’allenatore.
Qui spunta forte il nome di Massimiliano Allegri, che non solo rappresenta l’identikit perfetto tracciato dal club – italiano, esperto, vincente – ma sarebbe anche il Mister indicato da Tare. Allegri ha già allenato il Milan dal 2010 al 2014, conquistando uno scudetto e una Supercoppa Italiana. Conosce bene Milanello e dovrebbe farsi carico di un ambiente che, oggi, ha bisogno di entusiasmo, carisma e leadership.
Il Milan del futuro non potrà prescindere da una nuova struttura centrale. Ad oggi, gli unici due intoccabili sembrano essere Reijnders, perno della mediana e uomo chiave su cui costruire il gioco, e Pulisic, riferimento offensivo e garanzia tecnica. Ma il cuore del campo, da portiere a centravanti passando per il centrale difensivo e la guida tecnica, è tutto da ricostruire.

Ecco perché la scelta del diesse è decisiva: da essa dipenderà tutto il resto, come in un domino perfetto. Tare e Allegri, se sarà questa la coppia scelta, avranno il compito di rimettere in piedi una macchina che ha perso smalto e lucidità, ma che conserva ancora un enorme potenziale.
Per il Milan, dunque, la Pasqua potrebbe coincidere con l’inizio di una nuova era. La partita di domenica con l’Atalanta sarà solo un passaggio, sia pure importante, di un processo più profondo: ridare un’identità a una squadra che, per troppo tempo, ha vissuto di tentativi. Se Tare firmerà, se Allegri tornerà, se le idee torneranno a precedere le improvvisazioni, allora sì, potremo parlare di vera ricostruzione.
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