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Madonna di Trevignano, la verità arriva dal perito Giardina: “Di chi è il dna sulla statua”

Gli avvocati della Cardia non ci stanno: “C’è ancora margine di dubbio”

Ma il colpo di scena arriva subito dopo. Gli avvocati dei coniugi Cardia, Solange Marchignoli e Giuseppe Marazzita, hanno preso le distanze dai risultati della perizia. A partire dal mancato ascolto della perita di parte, la genetista Marina Baldi, che aveva presentato una sua relazione: “Il giudice ha negato l’audizione della nostra consulente – ha dichiarato Marchignoli – togliendo un chiarimento essenziale a questa vicenda.”

Secondo la difesa, il fatto che il DNA di Scarpulla sia presente sugli oggetti sacri era prevedibile, dal momento che si tratta di oggetti in suo possesso e da lei manipolati. Per questo motivo, non sarebbe sufficiente a provare che sia stata lei a imbrattarli con il sangue volontariamente. L’avvocato Marazzita insiste: “Non si può collegare quel sangue a un tessuto specifico o a una provenienza certa. E la perizia, per quanto precisa, lascia ancora spazio all’interpretazione, soprattutto considerando il tempo trascorso.”

L’ex fedele truffato e la battaglia legale in corso

Presente in aula anche Luigi Avella, l’ex seguace che ha donato 123.000 euro all’associazione “Madonna di Trevignano Ets”, convinto dalla fede incrollabile in quelle apparizioni. È stato proprio lui a denunciare i coniugi Cardia per truffa, facendo scattare le indagini. A rappresentarlo l’avvocato Francesco Pace, parte civile nel procedimento.

Ora la palla passa alla Procura: il pubblico ministero dovrà decidere se chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio. Ma dopo le parole di Giardina, lo scenario giudiziario sembra cambiare. La verità, almeno quella scientifica, pare aver già emesso la sua sentenza.

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