
Il mondo del calcio italiano è in lutto per la scomparsa di una figura che ha accompagnato generazioni di campioni, incarnando lo spirito più genuino dello sport: quello fatto di umanità, fiducia e professionalità. Punto di riferimento silenzioso ma essenziale, è stato amico e confidente di stelle come Roberto Mancini e Gianluca Vialli, simboli indelebili di un’epoca irripetibile.
Calcio: morto Sergio Viganò, dagli spogliatoi al Monferrato. Rizzin: "Dopo Mihajlovic e Vialli un altro pezzo della mia vita" #ANSA https://t.co/dMW4MyPSuD
— Ansa Piemonte (@Ansa_Piemonte) July 18, 2025
Si è spento questa mattina all’età di 83 anni Sergio Viganò, storico massaggiatore della Sampdoria dello scudetto del 1991. Figura amatissima nello spogliatoio, fu parte integrante di quella “Sampd’oro” che incantò l’Italia calcistica. Sempre presente, sempre disponibile: per tutti era semplicemente “Viga”, l’uomo che con le sue mani esperte sapeva rimettere in pista i muscoli di chi andava a battagliare sul campo.
Non fu solo Sampdoria: Viganò seguì Mancini anche nelle esperienze successive, all’Inter, alla Lazio e fino al Manchester City, condividendo con lui successi e nuove sfide in Italia e all’estero.
Calcio in lutto per la scomparsa di Sergio Viganò
Il loro fu un rapporto speciale, nato ad Alessandria e proseguito per decenni, tra stima professionale e sincero affetto personale. Viganò era più di un membro dello staff: era una figura carismatica e rassicurante, capace di costruire intorno a sé un clima familiare anche nei contesti più pressanti del grande calcio.
La sua scomparsa lascia un vuoto autentico, colmato solo dai ricordi e dalla gratitudine di chi ha avuto il privilegio di lavorare al suo fianco. Il calcio perde un protagonista silenzioso, ma fondamentale.
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