Lo studio
Dei 24 campioni comprati da Lidl, secondo l’associazione, il 54% (13) risultano positivi a listeria, un batterio patogeno responsabile della listeriosi, infezione dovuta all’ingestione di cibo contaminato. In Europa la listeriosi è tra le zoonosi caratterizzate dagli esiti più preoccupanti in termini di ricoveri ospedalieri e di decessi: la malattia può manifestarsi con sintomi molto gravi e in alcuni casi portare alla morte se contratta da persone fragili come anziani, neonati e donne in gravidanza. Il batterio viene invero disattivato dalla cottura ma può permanere sulle superfici della cucina che vengono a contatto con la carne cruda e in questo modo le stesse superfici contaminate possono diventare potenziali vettori di trasmissione. (continua dopo la foto)
La risposta da Lidl
Nel report di Essere Animali si legge: “Lidl Italia afferma di essere impegnata da anni nello sviluppo continuo degli standard di benessere animale sostenendo, inoltre, di collaborare attivamente con fornitori e dialogando con Ong per promuovere pratiche sostenibili e garantire che la carne fresca di pollo provenga da allevamenti con standard migliori”. Con “obiettivi ambiziosi per il futuro”, Lidl dichiara anche di seguire da vicino il dibattito sull’European Chicken Commitment, supportando l’obiettivo di migliorare il benessere degli animali negli allevamenti di polli”.
“Nonostante queste affermazioni, Lidl non ha ancora aderito all’ECC in Italia, sostenendo che i criteri globali dell’iniziativa non sono attualmente compatibili con le condizioni strutturali del nostro Paese. Tuttavia, contrariamente a quanto dichiarato da Lidl, diverse aziende italiane, tra cui Carrefour, Cortilia ed Eataly, hanno già sottoscritto l’ECC, dimostrandone così la fattibilità. Sebbene Lidl abbia fatto dichiarazione di impegnarsi, rimane la percezione che non abbia ancora compiuto passi concreti e significativi per allinearsi agli standard scientificamente validati per il benessere dei polli”