In casa Juventus si respira ancora una volta aria di rivoluzione. Dopo i cambi dirigenziali e le difficoltà degli ultimi mesi, la novità riguarda innanzitutto l’attacco, un reparto sul quale la società ha investito molto durante l’estate ma che finora non ha reso secondo le aspettative. Le scelte del nuovo Ad Damien Comolli sono ora al centro di una riflessione interna che porterà a decisioni importanti nei prossimi mesi, a partire dal futuro di Dusan Vlahovic.
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— Tuttosport (@tuttosport) November 12, 2025
L’attaccante serbo, legato alla Juventus fino a giugno 2026, è in una posizione delicata. Comolli, durante il suo primo incontro con la stampa da dirigente bianconero, ha chiarito che le trattative per il rinnovo sono in stand-by: “L’accordo con Vlahovic è di parlarne a fine stagione, non aspettatevi novità prima di allora”.
Dietro la diplomazia si nasconde una questione economica importante. Il club torinese deve rispettare lo Squad Cost Ratio imposto dalla Uefa, che limita il rapporto tra i costi della squadra e i ricavi al 70%, e questo rende impossibile mantenere stipendi da Premier League. (continua dopo la foto)

Per Vlahovic, che oggi percepisce circa 12 milioni a stagione, l’unico modo per restare sarebbe accettare un taglio importante. Da qui il rischio concreto che la Juventus decida di cederlo nella prossima sessione invernale, per evitare di perderlo a parametro zero nel 2026.
Situazione tesa anche per Kenan Yildiz, la grande promessa del calcio turco. Il suo contratto, valido fino al 2029, doveva essere prolungato di un ulteriore anno, fino al 2030, con un ritocco dell’ingaggio. L’accordo sembrava vicino, ma le richieste del giocatore hanno complicato la trattativa.
Yildiz, oggi fermo a 1,7 milioni di euro, punta ad arrivare a una cifra vicina ai 6 milioni, lo stesso livello di Jonathan David. La Juventus non sembra disposta a spingersi così in alto, e tra domanda e offerta balla circa un milione all’anno. Le parti hanno così deciso di sospendere temporaneamente i colloqui, anche se resta possibile un intervento personale di John Elkann, grande estimatore del giovane turco.
Proprio Elkann avrebbe apprezzato molto l’atteggiamento di Yildiz, che nelle ultime settimane ha continuato a giocare con il massimo impegno nonostante un problema al ginocchio e la necessità di riposare. Una professionalità che non è passata inosservata e che potrebbe pesare nella futura decisione.
Tra i casi da risolvere spicca anche quello di Jonathan David. L’attaccante canadese, arrivato a parametro zero, doveva essere il titolare designato, ma è finito presto relegato in panchina. La stagione al di sotto delle attese ha aperto alla possibilità di una cessione, con un sondaggio arrivato dal Milan. L’ipotesi, però, appare al momento complicata per motivi economici. (continua dopo la foto)

Non meno complesso è il discorso legato al futuro di Lois Openda, acquistato dal Lipsia con la formula del prestito con un obbligo di riscatto condizionato. Il suo futuro dipenderà sia dalle prestazioni individuali sia dal piazzamento della Juventus.
In caso di qualificazione alla Champions League, scatterà l’obbligo di acquisto definitivo, mentre un mancato piazzamento tra le prime quattro lo riporterebbe in Germania, lasciando al Lipsia la decisione sulla sua prossima destinazione.
Juventus, la nuova rivoluzione parte dall’attacco
Mentre si attende la nomina del nuovo direttore sportivo, Comolli ha già iniziato a pianificare la prossima stagione. L’obiettivo è costruire un reparto offensivo più efficace, in grado di garantire continuità ed efficacia sottoporta, due qualità mancate in questa prima parte di campionato.
La dirigenza bianconera è consapevole che per tornare a vincere servirà una squadra più equilibrata, ma anche economicamente sostenibile. Ecco perché la Juventus, ancora una volta, si prepara a vivere una trasformazione profonda. Non sarà un ribaltone improvviso, ma passerà attraverso una serie di mosse graduali che determineranno il futuro del club per i prossimi anni.
Per ora, il messaggio è passato: a Torino nessuno è più intoccabile. Nemmeno i simboli come Vlahovic o le nuove promesse come Yildiz. La rivoluzione è appena cominciata, e questa volta la Juventus sembra intenzionata a portarla fino in fondo.
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