Il judo è uno sport di combattimento e autodifesa nato in Giappone nel 1882 grazie a Jigoro Kano. Le regole del punteggio nel judo sono essenziali per determinare il vincitore di un incontro e comprendono diversi criteri basati su immobilizzazioni e tecniche di sottomissione. Ecco un riassunto delle principali regole del punteggio nel judo.
Le origini del judo
Il judo è una delle arti marziali più rispettate e praticate al mondo, noto per la sua enfasi sulla tecnica, la disciplina e il rispetto reciproco. Nato in Giappone alla fine del XIX secolo, il judo ha conquistato milioni di praticanti in tutto il mondo, diventando anche un importante sport olimpico. In questo articolo scopriremo quali sono le origini del judo, i suoi principi fondamentali, le tecniche principali, il ruolo nelle competizioni internazionali e il suo impatto sociale. Fra le leggende di questo sport, divenuto discilpina olimpica a Tokyo 1964, si annoverano Yasuhiro Yamashita, Anton Geesink, Neil Adams, Tadahiro Nomura, Shohei Ono, solo per citarne alcuni. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Sport olimpico
Il judo fu fondato nel 1882 da Jigoro Kano, un educatore giapponese che desiderava creare un sistema di combattimento che fosse al contemporaneo efficace per l’autodifesa e benefico per lo sviluppo personale. Kano studiò varie forme di jujutsu (un’antica arte marziale giapponese) e sintetizzò le tecniche migliori e più sicure, eliminando quelle pericolose, per creare una disciplina che potesse essere praticata in sicurezza.
La pratica del judo offre numerosi benefici per la salute fisica e mentale. A livello fisico, migliora la forza, la flessibilità, la coordinazione e la resistenza cardiovascolare. A livello mentale, il judo aiuta a sviluppare concentrazione, ridurre lo stress e migliorare il benessere emotivo. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Il judo ha una lunga tradizione nelle Olimpiadi, con le competizioni che si svolgono in diverse categorie di peso. Questo ha permesso ai judoka di tutto il mondo di rappresentare i loro paesi e competere per la gloria olimpica. Atleti come Tadahiro Nomura (Giappone), che ha vinto tre ori olimpici consecutivi, e Clarisse Agbegnenou (Francia), pluricampionessa mondiale e olimpica, sono leggende della disciplina.
Seiryoku Zenyo e Jita Kyoei
Lo Seiryoku Zenyo è un principio che sottolinea l’importanza di utilizzare la propria energia in modo efficiente. Invece di fare affidamento sulla forza bruta, i praticanti di judo imparano a sfruttare il movimento e l’energia dell’avversario per eseguire le tecniche. Questo approccio permette a tutte le persone di praticare judo efficacemente.
Jita Kyoei, invece, enfatizza la cooperazione e il beneficio reciproco. Il judo non è solo un mezzo per la crescita individuale, ma anche per il miglioramento della comunità. Attraverso l’allenamento e la competizione, i judoka (praticanti di judo) apprendono l’importanza del rispetto reciproco e della collaborazione.
Le regole principali
Il judo è uno sport strutturato e regolamentato da una serie di regole stabilite dalla Federazione Internazionale di Judo (IJF). Queste regole garantiscono la sicurezza dei praticanti e mantengono l’integrità e l’equità delle competizioni. Alcune tecniche pericolose, come le prese al collo o proiezioni con elevato rischio di infortuni, sono vietate.
La gara viene disputata su un tappeto chiamato tatami, di grandezza 14×14 metri, all’interno del quale si estende un altro quadrato di 10×10 che rappresenta il vero terreno di combattimento tra gli atleti. L’incontro dura solitamente 5 minuti, tempo in cui i due avversari devono riuscire a chiudere il match. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
I judoka devono mantenere il controllo del loro avversario durante l’esecuzione delle tecniche per evitare cadute pericolose. L’arbitro può interrompere il combattimento in qualsiasi momento se ritiene che uno dei judoka sia in pericolo. Gli incontri di judo sono supervisionati da un arbitro principale sul tatami e due giudici seduti al lati. Gli arbitri devono prendere decisioni rapide e accurate riguardo al punteggio e alle penalità. Se ci sono dubbi o contestazioni, un video di revisione può essere utilizzato per confermare le decisioni.
Esistono due tipi di penalizzazioni, chiamate shido e hansoku. La prima viene assegnata, ad esempio, per lungo periodo di stallo e mancata aggressione e in generale per piccole infrazioni. La seconda, invece, riguarda gravi infrazioni e determina la sconfitta dell’atleta.
Il punteggio e le mosse
L’ippon è il punteggio massimo e fa terminare immediatamente il combattimento. Si ottiene eseguendo una proiezione perfetta che fa cadere l’avversario sulla schiena, o attraverso un’immobilizzazione mantenuta per 20 secondi, o con una leva articolare che costringe l’avversario a sottomettersi. L’ippon richiede controllo, forza, velocità e precisione, e serve a far cadere l’avversario di schiena. E’ una mossa vincente anche costringere l’avversario alla resa, tramite una tecnica di strangolamento (Shime-waza) o leva articolare (Kansetsu-waza).
Un Waza-ari è un punteggio inferiore all’Ippon, ma comunque significativo. Due Waza-ari equivalgono a un Ippon e terminano l’incontro. In passato, il punteggio Yuko era assegnato per azioni che non raggiungevano i criteri di Waza-ari. Tuttavia, questo tipo di punteggio è stato eliminato dal regolamento internazionale. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Gli incontri di judo hanno una durata di 4 minuti per gli uomini e le donne a livello senior. Se al termine del tempo regolamentare nessun atleta ha ottenuto un Ippon, il vincitore viene determinato in base al punteggio accumulato (Waza-ari) o alle penalità dell’avversario. Se l’incontro è in parità al termine del tempo regolamentare, si procede al “Golden Score”, una sorta di tempo supplementare in cui il primo atleta a segnare un qualsiasi punteggio vince l’incontro. Il Golden Score non ha un limite di tempo.
Le regole del punteggio nel judo sono progettate per premiare l’abilità tecnica, la strategia e lo spirito combattivo. Comprendere queste regole è essenziale non solo per chi pratica il judo, ma anche per gli spettatori che vogliono apprezzare la complessità di questo sport.
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