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Jannik Sinner, una nuova “grana”: avvocato in azione, cos’è successo

Jannik Sinner è un idolo degli italiani per le sue prestazioni straordinarie sul campo da tennis, ma questa volta il suo nome è legato a un caso insolito. In Puglia, alcune bottiglie di vino Primitivo sono state etichettate con il nome “Rosso Jannik”, facendo riferimento alla chioma del tennista.

L’iniziativa non era autorizzata e il caso ha attirato l’attenzione delle autorità. Le bottiglie, provenienti dalla zona di Manduria, sono state inviate come regalo natalizio al sindaco di Sesto Pusteria, ma sono state sequestrate dal Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari.

L’indagine mira a verificare la possibile contraffazione e la veridicità dell’origine del vino. Nonostante l’accaduto, l’avvocato di Sinner ha assicurato che il tennista non intende intraprendere alcuna azione legale. Anzi, ha inviato una lettera al Comune di Manduria per confermare che non ci sarà alcun procedimento in merito.

Jannik Sinner rinuncia alla causa legale

Il danno d’immagine, più che a Sinner, sembra infatti ricadere sul Comune pugliese. Oltre alla questione dell’immagine, resta da chiarire se il vino sia effettivamente Primitivo. Isidoro Baldari, assessore e titolare della Vineria Baldari, dovrà spiegare ai viticoltori e al Consorzio di tutela perché le bottiglie non avevano la fascetta obbligatoria di tracciabilità DOC o DOCG.

La presidente del Consorzio, Novella Pastorelli, ha dichiarato che il consorzio non può riconoscere come autentiche le bottiglie prive del contrassegno di Stato. Il caso è stato sollevato da Domenico Sammarco, consigliere comunale d’opposizione, che temeva una causa legale da parte di Sinner. Almeno per ora, però, il tennista ha deciso di lasciar cadere la questione, dimostrando ancora una volta il suo fair play anche fuori dal campo.

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